(Teleborsa) - Mancano 4 giorni alla
Conferenza Mondiale sul Clima che si terrà in una Parigi devastata dai recenti attentati terroristici e blindata a causa dell'innalzato livello di sicurezza.
È l'ennesima conferenza sullo stesso tema, il
riscaldamento globale, delle tante che dal 1991, a Berlino, si susseguono con discutibili risultati. Probabilmente la più famosa di tutte è stata la
COP3 di Kyoto dove si raggiunse, per la prima volta, un accordo tramutato in regole scritte note come
Protocollo di Kyoto. Quanto stabilito ha impegnato gli stati aderenti, a partire dal 2005, alla riduzione, entro il 2012, del 5% delle emissioni di gas serra rispetto al livello del 1990.
Sono passati 10 anni dalla sua applicazione e non si sa ancora se è stato raggiunto il risultato fissato, l'
ONU elaborerà i dati raccolti entro il 2016, ma i risultati provvisori dicono di un 26% di riduzione delle emissioni nonostante, a questa fase, non abbiano però partecipato i più grandi produttori di gas serra come gli
Stati Uniti e la
Cina.
Nel 2012 si è dato avvio alla seconda fase del protocollo tramite l'emendamento di
Dona, capitale del Qatar dove si tenne il COP 18, che prevedeva la ratifica da parte dei tre quarti dei partecipanti al protocollo di Kyoto. La fase due non è stata mai attuata per mancanza dei sottoscrittori.
I risultati pratici del dopo Kyoto sono stati scarsi, Copenaghen, Cancun, Durban, Varsavia, Lima, sono le città dove si sono tenute le ultime conferenze organizzate dall'ONU e che hanno avuto come unico effetto sul clima un più duro rapporto dell'
IPCC, il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, che segna il 2050 come punto di non ritorno del pianeta se almeno la metà dell'energia mondiale non sarà prodotta da fonti a basse emissioni di inquinanti atmosferici (tra cui l'energia nucleare). In questa maniera si riuscirà a
limitare a 2°C l'incremento di temperatura sulla Terra nel corso dei prossimi cento anni.
Tocca ora a Parigi cercare di porre rimedio al grave e costante riscaldamento del pianeta. In questa occasione saranno presentate circa duecento pubblicazioni
scientifiche e per due giorni le scienze del clima saranno protagoniste assolute, avrà luogo un'analisi dei più aggiornati risultati della ricerca, delle prospettive per i decisori politici, delle decisioni da prendere e gli scenari futuri con la speranza che qualcosa di concreto si realizzi nelle decisioni
politiche che seguiranno.