(Teleborsa) -
Colpita al cuore la Francia si risolleva, con l'aiuto di tutta l'Europa e di molte altre nazioni.
Il presidente francese
Francois Hollande davanti alle due Camere riunite ha illustrato, con un discorso durato mezz'ora, le prossime mosse per la lotta al terrorismo, chiedendo tre mesi di stato d'emergenza e la possibilità di cambiare la Costituzione. Hollande ha poi aggiunto la necessità di poter revocare la cittadinanza francese a chi avrà un doppio passaporto e verrà condannato per terrorismo, oltre alla possibilità di espellere con maggiore facilità cittadini sospettati.
All'Unione Europea, invece, ha chiesto che "scatti la clausola di solidarietà" e controlli più efficaci ai confini.
Il terrorismo "non è un nemico della Francia ma dell’Europa", ha affermato il presidente francese, per questo chiedo al "ministro della Difesa di incontrare da domani i suoi omologhi europei in base all’articolo 42.7 del trattato dell’Unione che prevede, di fronte all'aggressione di uno Stato, che tutti gli Stati membri diano solidarietà".
L'inquilino dell'Eliseo ha ammesso senza incertezze che la Francia è in guerra, specificando che non si tratta di una "guerra di civiltà perché questi assassini non rappresentano alcuna civiltà".
Nelle operazioni in Siria "non ci sarà tregua. Non dobbiamo contenere" l'Isis, "la dobbiamo distruggere", perché "tutte le persone uccise devono essere vendicate".
Per questo Hollande chiederà all'ONU una "
unica, grande coalizione" contro il terrorismo in Siria.
In programma nei prossimi giorni un faccia a faccia con il presidente americano,
Barack Obama, e quello russo,
Vladimir Putin.