(Teleborsa) - I
timori di decelerazione della Cina non stanno mandando in tilt solo l'azionario. A pagare le conseguenze di un possibile rallentamento della seconda economia al mondo sono anche le
valute dei Paesi emergenti più legati al Dragone, dunque dei Paesi asiatici.
Tra le monete più penalizzate c'è il
ringgit malese, crollato si livelli che non si vedevano dalla crisi asiatica del 2008.
Sotto forte pressione anche il
rand sudafricano, che sta scambiando contro il dollaro poco sotto il minimo storico di 14.
Non va meglio alla
rupia indonesiana, ormai ai minimi dalla fine anni '90 e al
baht thailandese, che invece scambia contro il biglietto verde al livello più basso da sei anni.
Forti pressioni anche sul
rublo e sulla
lira turca, il primo zavorrato anche dalla
crisi economica che sta travolgendo la Russia, il secondo dalle
tensioni politiche e civili in Turchia, prossima alle
elezioni anticipate.
Da rilevare anche la
discesa del dollaro, preferito alle divise sopracitate ma non a quelle considerate "bene rifugio" per eccellenza quali lo
yen e il
franco svizzero. Anche l'
euro sta guadagnando terreno sulla divisa statunitense sulla quale, però, a pesare non sono tanto le speculazioni su un nuovo rallentamento dell'economia globale quanto le
attese per un rinvio del primo rialzo del tassi di interesse dal 2008 da parte della Federal Reserve.