(Teleborsa) - Non c'è limite alla politica protezionistica di Trump. America First 2.0 sta entrando nel vivo con una serie di minacce veicolate dal Presidente eletto tramite i social. Lo scorso weekend,
Donald Trump ha attaccato anche i BRICS, minacciando che imporrà dazi fino al 100% se il gruppo die Paesi Emergenti non porrà fine alla creazione di una valuta comune - BRICS Pay - alternativa al dollaro.
Trump ai BRICS: dollaro o daziTrump ha detto ai BRICS di
non impegnarsi nella creazione di una valuta alternativa al dollaro,
altrimenti imporrà dazi fino al 100% sulle importazioni di beni dai Paesi aderenti al gruppo (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica), cu si aggiungono da quest'anno altri cinque membri dall'Africa (Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, Iran).
"Chiediamo a questi Paesi l'impegno di non creare una
nuova valuta BRICS, né di sostenere qualsiasi altra valuta per sostituire il potente dollaro americano, altrimenti
dovranno affrontare dazi al 100% e aspettarsi di dire addio alle vendite nella splendida economia statunitense", ha scritto Trump in un post sulla sua piattaforma di social media, Truth Social.
"Possono andare a cercare un altro 'fesso'. Non c'è alcuna possibilità che i BRICS sostituiscano il dollaro USA nel commercio internazionale, e qualsiasi Paese ci provi, dovrebbe dire addio all'America", ha concluso il Presidente eletto.
Con il Canada una tregua armataNei confronti del
Canada c'è una tregua armata. Il Premier canadese
Justin Trudeau ha incontrato Trump a Mar-a-Lago dopo che il futuro Presidente aveva preannunciato l'introduzione di dazi sino al 25% sui prodotto impostati da Canada e Messico, a motivo del commercio illegale di Fentanyl, un farmaco-droga che ha effetti devastanti sulla salute di molti americani.
Trump ha parlato di un
incontro "produttivo" ed ha detto di aver
"discusso di molti temi importanti", oltre al Fentanyl, anche di "accordi commerciali giusti che non mettano in crisi i lavoratori americani e il massiccio deficit commerciale che gli Usa hanno con il Canada".
Il dollaro si apprezza L'effetto delle minacce di Trump si sta già vedendo sui mercati dei cambi, dove i dollaro si sta apprezzando contro le principali valute mondiali. Il
dollar index, che sintetizza l'andamento del biglietto verde contro un basket delle principali valute mondiali, sta guadagnando terreno sul mercato del Forex, con
scambi attorno a 106,25 (+0,4%). Per contro,
l'euro è sceso stamattina a
1,0519 USD (-0,57%), mentre la
sterlina scambia a
1,2699 USD (-0,26%). Secondo Peter Kinsella, Global Head of Forex Strategy di
UBP "i dati indicano che le
valute dei Paesi con un'ampia esposizione agli Stati Uniti per gli scambi commerciali sono
colpite da beta di crescita negativi. La perdita media a due anni
per l'euro è stata
nel range del 4%, mentre la maggior parte delle altre valute del G10 ha registrato perdite annualizzate tra il 2% e il 6% rispetto all'USD. Questo dato è coerente con quanto previsto dai modelli. Effetti simili sono già evidenti questa volta, e in alcuni casi sono già fortemente scontati senza che sia stato annunciato alcun dazio".
"L'incertezza maggiore per gli investitori - prosegue l'analista - è rappresentata dalle
opinioni di Trump sul dollaro. I presidenti degli Stati Uniti solitamente sostengono un dollaro forte. Trump e i suoi consiglieri invece non hanno fatto mistero del loro desiderio di vedere tassi di cambio del dollaro più deboli. Tuttavia, il raggiungimento di questo obiettivo sembra essere incoerente con la politica fiscale di Trump".