(Teleborsa) - Le condizioni per un rialzo dei tassi di interesse non sono ancora state raggiunte ma sono vicine.
E' questo il pensiero della maggior parte dei membri del
Federal Open Market Committee (FOMC), il braccio monetario della Federal Reserve, emerso nella
riunione del 28 e 29 luglio scorso.
A rilevarlo sono i
Verbali del meeting pubblicati ieri sera e molto attesi dagli investitori, desiderosi di comprendere le tempistiche di uscita dall'attuale politica di tassi a zero.
L'ultimo rialzo del costo del denaro risale al 2006, mentre i tassi sostano in prossimità dello zero dal 2008.
Secondo gli analisti i toni contenuti nelle Minute sono meno "
hawkish" (da "falco") del previsto in quanto ci si attendeva la conferma della volontà di alzare i tassi già da settembre.
Va comunque notato che
la Fed non tarderà molto ad avviare la strategia di uscita perché, fanno notare diversi banchieri, un eccessivo ritardo nella stretta monetaria potrebbe far decollare l'inflazione e aumentare i pericoli di instabilità finanziaria.
Le "colombe", ossia i membri più accomodanti del Comitato di politica monetaria, hanno invece fatto notare che al momento difficilmente l'inflazione si avvicinerà al target della Fed del 2% a causa dell'attuale apprezzamento del dollaro e del
crollo delle quotazioni del greggio.
Tornando alle
possibili tempistiche dell'aumento del costo del denaro, gli analisti sembrano concordi sul fatto che
la stretta avverrà entro quest'anno. Molti credono che la Fed agirà in tal senso nel meeting del 16-17 settembre, altri che attenderà fino a dicembre.
Per quanto riguarda la Cina, secondo i banchieri centrali "un rallentamento materiale dell'economia cinese potrebbe porre rischi all'outlook dell'economia USA".
Da rilevare che i Verbali sono stati diffusi con 10 minuti di anticipo a causa dell'invio accidentale del materiale da parte di un'agenzia. Questo ha sollevato polemiche in seno al Congresso statunitense, secondo il quale certe informazioni così sensibili dovrebbero essere tutelate con la massima sicurezza.
Quanto alla reazione di Wall Street, i toni "dovish" della Fed hanno permesso alla Borsa americana di ridurre le perdite, anche se gli indici hanno chiuso in deciso calo.