(Teleborsa) -
Il Consiglio direttivo della BCE si riunirà a Francoforte il 3 settembre, due settimane prima della
riunione della Fed, che si riunirà a Jackson Hole, nel Wyoming, per l’incontro annuale sulla politica monetaria americana e del
G20 di Ankara, dove parteciperanno ministri delle finanze e banchieri centrali di mezzo mondo.
Mentre
la Fed considera imminente il rialzo dei tassi in America, previsto per settembre, Mario Draghi e i suoi colleghi europei potrebbero trovarsi a discutere di una politica monetaria del tutto diversa.
"La pressione sulla BCE per estendere il
quantitative easing oltre l'estate 2016, è aumentata in modo significativo", ha detto Ruben Segura Cayuela, economista presso la filiale londinese di
Bank of America Merrill Lynch. "Le
pressioni deflazionistiche provenienti dalla Cina, il
problema valutario dei mercati emergenti e il
calo dei prezzi delle materie prime, stanno rendendo più difficile del previsto il raggiungimento del target dell’inflazione al 2%”.
Finora, i pochi politici della BCE che hanno già espresso le loro opinioni nelle ultime settimane, non sono apparsi particolarmente preoccupati.
Benoit Coeuré, il membro del Comitato esecutivo responsabile per le operazioni di mercato, il 15 agosto ha detto che "
la BCE dovrebbe guardare oltre la volatilità a breve termine, e mantenere la calma".
I prezzi del petrolio, i cui bassi livelli possono stimolare la ripresa dei consumi, non sono ritenuti pericolosi per l'inflazione a più lungo termine.
"Quello che si dovrebbe veramente fare è vedere attraverso gli effetti dei prezzi dell'energia e in rapporto causa-effetto ricercare l'impatto che possono avere o che stanno già avendo su altri prezzi", ha detto Marie Diron, economista e senior vice-president di Moodys Investors Service di Londra. "Non credo che i rischi di deflazione siano più grandi di quando Draghi ha caricato il bazooka”.