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Grecia, i ricavi di Berlino lucrati sulla crisi di Atene

Economia
Grecia, i ricavi di Berlino lucrati sulla crisi di Atene
(Teleborsa) - E’ proprio un istituto di ricerca tedesco indipendente, l’Istituto Leibniz, che svela l’arcano e senza mezzi termini dice che la Germania avrebbe "ricavato" dalla crisi greca cifre maggiori di quelle che perderebbe, se Atene fosse costretta ad alzare bandiera bianca, fallendo anche il rimborso del terzo piano di salvataggio. Comunque vada, per Berlino, "l’affaire Grecia" sarà stato un successo.

Leibniz sottolinea che dall’inizio della crisi, nel 2010, Berlino avrebbe drenato 100 miliardi di euro, una cifra enorme, prossima al 3% del suo PIL.

La ragioneria di Lebniz non fa una piega, poggiando la sua logica sulla crisi del debito greco e sul comportamento degli investitori. Secondo l’Istituto di ricerca è stata sistematica la persistenza di un clima negativo intorno alla Grecia, tanto da orientare gli investitori verso le aree ritenute più tranquille per i loro patrimoni, anche a scapito di rendimenti più bassi. Verso la Germania, appunto.

L’imponente afflusso di capitali verso il debito tedesco, avrebbe così in gran parte contribuito a produrre dei continui pareggi di bilancio.

“Dall’inizio della crisi, ogni volta che c'erano notizie negative sulla Grecia, i mercati finanziari reagivano allo stesso modo”, scrive Leibniz. “Il valore dei titoli di Stato tedeschi cresceva e ogni volta che c'era una buona notizia a favore della Grecia, i tassi di interesse dei Bund, salivano mediamente di 30 punti base in un giorno. I casi più lampanti sono stati quelli della vittoria di Syriza, o quando il nuovo governo di Tsipras aveva rifiutato ulteriori negoziati con i creditori e scelto la via del referendum”.

La Germania avrebbe quindi approfittato delle difficoltà del popolo greco per abbuffarsi allegramente, anche se rimane difficile quantificare al centesimo i vantaggi economici ottenuti.

Per arrivare a queste conclusioni, l’istituto di ricerca Leibniz avrebbe semplificato al massimo le sue stime, senza comunque incorrere in errori grossolani, passando attraverso l’assioma di Taylor, per simulare se una politica monetaria indipendente della Germania sarebbe stata influenzata dalla crisi del debito greco.

Una stima fatta con diversi vincoli, uno dei quali sarebbe quello della politica monetaria applicata dalla BCE molto vicina alle necessità tedesche, ma che intercetta molto chiaramente come e quanto gli squilibri di Atene abbiano giovato a Berlino.

Ebbene, valutando la struttura del debito pubblico tedesco, negli ultimi 5 anni, i Bund sono stati sovrastimati di circa il 3%, permettendo alle finanze di Berlino risparmi di 100 miliardi di euro. Cifre che superano di gran lunga l’entità del terzo piano di salvataggio di Atene e che prefigurano il più classico tra i casi di aggiotaggio e di insider trading.
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