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Cina, il tappo lento di una crisi profonda

Economia
Cina, il tappo lento di una crisi profonda
(Teleborsa) - A Shanghai lo yuan è sceso dell’1,8% a 6,32 contro il dollaro Usa, continuando a scivolare ad Hong Kong fino a perdere il 2,3%.

Il cambio a pronti sui mercati asiatici è stato dell'1,4% più debole rispetto al tasso di riferimento fissato a 6,2298, comunque entro il limite del 2% per cento consentito dalla banca centrale.

La svalutazione ha scosso i mercati globali, con le valute di Corea del Sud, Australia e Singapore cadute tutte oltre l’1%, nella necessità di mantenere i loro cambi più deboli per mantenere competitivi i livelli di esportazione.

Stessa sorte anche per le azioni delle compagnie aeree cinesi, affondate sulla preoccupazione che il loro indebitamento in dollari potrebbe pesare sui bilanci. Ma non è finita qui. Le materie prime proseguono nella loro flessione, su voci speculative che la debolezza dello yuan possa erodere il potere d'acquisto dei consumatori cinesi.

L'intervento della Cina sul mercato valutario ha contribuito ad aumentare le riserve fino a 300 miliardi di dollari rispetto all’anno scorso e questo ha fatto dello yuan il best performer nei mercati emergenti, appesantendo dell’8,3% il calo delle esportazioni cinesi, il mese scorso.

Il cambio effettivo reale dello yuan, una misura corretta per il tasso di inflazione e per i dati sul commercio estero, è salito del 14% dal luglio dell’anno scorso, il tasso più alto tra le 32 principali valute monitorate dalla Banca dei Regolamenti Internazionali.

"Il nuovo tasso di cambio diverrà un vero e proprio livello di mercato", ha dichiarato Becky Liu, senior strategist di Hong Kong presso Standard Chartered.

“Questo è un grande passo fatto dalla Cina, più audace di quanto ci aspettassimo". “La Cina ha la necessità di rilanciare le esportazioni e nello stesso tempo limitare il rischio di deflussi di capitale”, ha detto Tom Orlik, economista per i mercati asiatici di Bloomberg Intelligence.

Orlik stima che un deprezzamento dell'1% del tasso di cambio reale effettivo, stimoli la crescita delle esportazioni con un ritardo di tre mesi. Nello stesso tempo, un calo dell'1% nei confronti del dollaro innescherebbe deflussi per circa 40 miliardi di dollari.
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