(Teleborsa) - In vista del r
eferendum di domenica prossima in Grecia, il
Premier Alexis Tsipras tira dritto per la sua strada e torna a parlare alla nazione, ribadendo il suo
NO (OXI in greco) alla proposta formulata dai creditori, un piano di lacrime e sangue dietro la concessione di nuovi aiuti.
"Non bisogna trasmettere allarmismo ai cittadini", ha detto
Tsipras alla TV Armenia, dicendosi convinto che in caso di vittoria del NO al referendum,
"avremo un accordo 48 ore dopo il referendum". Il punto è quale accordo la Grecia riuscirà a spuntare e, infatti, il Premier greco parla di "cattivo accordo" o accordo non sostenibile (quello formulato da UE ed FMI) ed "accordo migliore" o sostenibile (quello che emergerebbe dopo la bocciatura del popolo greco alla proposta di austerità formulata dai creditori).
"Quanto più forte sarà il NO, migliore sarà l'accordo", ha affermato convinto
Tsipras, spiegando che l'accordo dovrebbe portare alla ristrutturazione del debito. Uno sviluppo contestato dal vice presidente della Commissione europea
Valdis Dombrovskis, il quale ha confidato al quotidiano tedesco Die Welt che
"la situazione è più complicata rispetto ad una settimana fa" e che la vittoria del
NO al referendum non rafforzerà la posizione negoziale di Atene, ma, al contrario, la indebolirà.
Dopo le affermazioni del suo Ministro delle finanze,
Yanis Varoufakis, che ha annunciato le
dimissioni in caso prevalesse il SI,
anche Tsipras conferma che lascerà se il referendum farà passare la proposta europea, ricordando di non voler porre la sua
"poltrona" dinanzi agli
"interessi della nazione".
Nel frattempo, s
ul referendum pende anche un'altra spada di Damocle, la decisione del Consiglio di Stato sulla validità della consultazione stessa, anche se il sito dedicato al referendum, messo in piedi dal governo greco a tempo di record, offre un fondamento alla sua legittimità, richiamando specifiche norme costituzionali.
Sul fronte europeo, intanto, tutto è fermo, dopo che UE ed FMI hanno deciso di attendere l'esito del referendum e sospendere i negoziati che da tempo si stavano svolgendo a Bruxelles. La
BCE ha già chiuso i rubinetti alle banche, l
'Eurogruppo ha detto la sua sulla linea di Angela Merkel e
l'FMI ha quantificato le necessità della Grecia per uscire dalla crisi. La linea resta quella di
prendere o lasciare, come chiarito anche dal presidente dell'Eurogruppo,
Jeroen Dijsselbloem, il quale si è detto convinto che sarà difficile mettere in piedi un nuovo negoziato se la Greciia dirà NO alla proposta.