(Teleborsa) -
Nulla di fatto della Fed sui tassi di interesse che, come ampiamente previsto, restano in una banda di oscillazione compresa fra zero e 0,25%, dove erano stati portati nel dicembre del 2008. E' il risultati della riunione di due giorni del FOMC.
A motivare il mantenimento di una politica fortemente accomodante concorrono le
prospettive economiche, dato che la banca centrale statunitense ha ancora
rivisto al ribasso le stime di crescita,
dopo la brusca frenata del 1° trimestre. Gli economisti della Fed vedono ora un
PIL all'1,8-2% nel 2015 rispetto al 2,3-2,7% indicato a marzo.
Ritoccate al rialzo le stime sul tasso di disoccupazione che viene indicato al 5,2-5,3%, dal 5-5,2% previsto in precedenza.
Se questo è lo scenario attuale, meno nitido di quello fotografato in precedenza, i banchieri centrali americani restano convinti che è giunto l'anno dell'exit strategy. Infatti,
la maggioranza dei membri del FOMC è convinto che il primo aumento dei tassi vi sarà nel 2015, quando - come recita lo
statement ufficiale - "vi saranno ulteriori miglioramenti del mercato del lavoro e l'inflazione tornerà sul target del 2%" in linea con il
doppio mandato.
Il comunicato ufficiale prosegue spiegando che l'economia "si sta espandendo in modo moderato",
come segnalato anche dall'ultimo Beige Book, che il mercato del lavoro "è migliorato", le spese delle famiglie "restano moderate" ed il settore immobiliare "ha confermato qualche miglioramento".
Commentando le decisioni del FOMC, il Presidente
Janet Yellen ha spiegato che
"non sono state prese decisioni sulla tempistica" di un rialzo dei tassi e che la Fed valuterà in base ai dati macroeconomici. La sua era anche una risposta alle
sollecitazioni del FMI e della Banca Mondiale a non alzare il costo del denaro prima del 2016.
La Yellen ha poi rimarcato che "non è importante se l'aumento arriverà a settembre, dicembre o marzo", ma che le decisioni vengano prese in linea con le evoluzioni dell'economia, poiché
"alzare troppo presto il costo del denaro potrebbe fare deragliare la ripresa". Poi, ha spiegato che sono stati fattori transitori a minare il passo della crescita economica, ma la Fed vede "ulteriori e più decisi segnali di miglioramento".
La
Chairwoman della Fed ha però avvertito che
non è importante la tempistica del primo rialzo del costo del denaro, quando piuttosto il trend dei rialzi consecutivi, perché "aumentare troppo presto il costo del denaro potrebbe minacciare la ripresa, mentre aspettare troppo a lungo potrebbe provocare una fiammata inflazionistica".Una cosa è assicurata, la Fed non sembra aver fretta e, anche quando si verificherà,
l'aumento sarà lento e progressivo.
Janet Yellen non ha mancato di fare un
cenno al tema clou del momento, la situazione della Grecia, affermando che Atene ed i suoi creditori "devono fare i conti con una
situazione problematica e con
decisioni conseguenziali difficili" e non ha escluso il fallimento delle trattative e l'
uscita della Grecia dall'euro.