(Teleborsa) -
La flessibilità in uscita sulle pensioni può costare allo Stato 8,5 miliardi di euro. E' quanto spiegato dal Presidente dell'INPS
Tito Boeri in un'audizione alla commissione Lavoro della Camera, esprimendo un parere sul decreto legge Damiano-Baretta.
Boeri ha precisato che questa cifra è il
massimo impegno richiesto se, tutti coloro in possesso dei requisiti ne facessero ricorso. Da ricordare che il decreto in questione prevede la possibilità di andare in pensione a 62 anni anziché 66 con una penalizzazione del 2% sul trattamento pensionistico per ogni anno di anticipo.
Se la flessibilità ha un costo ingente, il
ritorno al meccanismo delle quote (Quota 100) sarebbe ancora più gravoso, comportando un esborso stimato di
10,6 miliardi per le casse statali al 2019.
Boeri ha affrontato poi anche altre tematiche, come quella di
applicare agli uomini la cosiddetta "opzione donna", vale a dire la possibilità di pensionamento a 57 anni con 35 anni di contributi, concessa solo fino al 2015, sulla quale
ha espresso cautela. Più in generale, il Presidente dell'INPS ha
sollecitato l'introduzione di misure e criteri meno rigidi di quelli dettati dalla Riforma Fornero.