(Teleborsa) - La Grecia è di nuovo in recessione, certificata nel primo trimestre dell’anno, quindi
nel pieno dello stallo negoziale tra Atene e i suoi creditori internazionali, che ha rinnovato i dubbi sulla tenuta dell’eurozona.
Il
Prodotto Interno Lordo greco si è contratto dello 0,2% nei primi tre mesi dell’anno, dopo una riduzione dello 0,4% del periodo precedente, come ha fatto rilevare ieri
Eurostat.
La Grecia, lo scorso anno, è riuscita a rimettere fuori la testa dalla peggiore crisi seconda guerra mondiale, che ha spazzato via un quarto della produzione economica e ha lasciato una persona su quattro senza lavoro.
Questo scenario ha portato al potere
Alexis Tsipras,
nelle elezioni di gennaio, che poggia la sua sull'impegno a spingere i partner della zona euro affinché allentino le condizioni di salvataggio del paese.
Invece, la liquidità delle casse greche si è asciugata e il
Fondo Monetario Internazionale ribadisce ogni qual volta che la Grecia deve rispettare i termini concordati dai governi precedenti sui prestiti già ottenuti per il suo piano di salvataggio, che ammontano a 240 miliardi di euro.
Atene ha visto la propria economica crescere dello 0,8% nel 2014, dopo sei anni di contrazione. La
Commissione europea la scorsa settimana ha tagliato le sue previsioni di crescita del PIL greco per il 2015 allo 0,5%, da una precedente stima del 2,5%.