(Teleborsa) - L’
accordo provvisorio della Grecia con i creditori, per evitare un default,
sta iniziando a cedere dopo gli ultimi sviluppi che sottendono concessioni inferiori rispetto a quanto stabilito durante i colloqui.
Questo sgretolamento degli accordi iniziali ha fatto salire nella coalizione anti austerità, la volontà di arrivare ad un referendum, se le riforme presentate dalla Grecia all’Europa venissero definitivamente respinte.
L'
elenco delle misure riformatrici che il governo di Atene ha inviato ai ministri delle finanze regione lo scorso venerdì, è
lontano dall’essere completo, come aveva chiesto la Troika. Per questo motivo, quasi sicuramente, il paese ellenico non riceverà aiuti finanziari per questo mese,
come ha detto ieri il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem.
Il
Governo greco, eletto a gennaio per la promessa fatta agli elettori di rinegoziare in Europa i termini di rientro dei 240 miliardi di euro ricevuti dalla Grecia, deve presentare proposte dettagliate ai creditori europei o
rischia di rimanere a corto di liquidità per la fine di questo mese.
Le rinnovate tensioni minacciano di ridimensionare il rally dei titoli greci, innescato dall’ottimismo per l’accordo raggiunto nelle settimane scorse, seppur provvisorio.
"La loro borsa di denaro è quasi vuota”, ha detto Dijsselbloem ai giornalisti, in una intervista rilasciata a margine di una manifestazione a cui ha presenziato in Olanda.
La Grecia chiede l'erogazione di una tranche di aiuti per un totale di circa 7 miliardi di euro. Senza l'accesso al mercato dei capitali, le sue uniche fonti di finanziamento sono i prestiti di emergenza dal fondo di crisi della zona euro e quelli concessi dal Fondo monetario internazionale.
Atene è fuori anche dal programma di QE lanciato oggi da Draghi, per il semplice fatto che i titoli governativi greci sono stati declassati a “titoli spazzatura” e quindi non acquistabili dalla BCE.