(Teleborsa) -
Dopo le polemiche della viglia, il Governo ha deciso di prendere tempo sulla
riforma della scuola, che slitta di una settimana, dopo che
il Consiglio dei Ministri di ieri ha esaminato solo le linee guida.
Il
Premier Matteo Renzi, che era già stato a colloquio per un'ora con il Ministro dell'Istruzione Stefania Giannini, ha assicurato che il
Ddl sulla scuola "sarà approvato martedì prossimo" dal CdM.
Renzi in conferenza stampa ha anche voluto commentare le notizie circolate ieri, definendo un
"dibattito surreale" quello relativo allo strumento che verrà utilizzato per la riforma, decreto o disegno di legge, poiché
"ci sono le condizioni perché il Parlamento possa legiferare, in tempo non sufficiente ma non biblico" e
"senza la necessità di strumenti di urgenza".
Poi, ha assicurato che
"non c'è alcun rischio che slittino le assunzioni" previste per il mese di settembre, rimarcando che "non c'è alcun passo indietro del Governo" e che sono assurde le affermazioni che "non ci siano i denari" per le assunzioni dei precari, poiché sono già state individuate le coperture e destinate le risorse: 1 miliardi quest'anno e 3 miliardi il prossimo.
Passando alle
tematiche in campo per la riforma, c'è ovviamente un
nuovo metodo di valutazione della carriera degli insegnanti (merito e anzianità) e la possibilità di introdurre la
detrazione per le famiglie di alunni di scuole paritarie. Quanto agli
investimenti, c'è la possibilità di destinare alla scuola il
5 per mille ma anche il cosiddetto
School Bonus per chi investe in progetti legati alla scuola.
Ennesima delusione è stata espressa dai sindacati della scuola. Secondo il
Presidente dell'Anief Marcello Pacifico "il tempo è scaduto" e "e si continua così, si mette a rischio l’avvio del nuovo anno scolastico, che potrebbe essere contrassegnato da cambi di docenti in corsa e assunzioni d’ufficio prodotte dai giudici". Il sindacato, ricordando che l'unico elemento su cui fare dei ripensamenti è il sistema di retribuzione legato per il 70% al merito,
boccia la scelta del Consiglio dei ministri di fermarsi alla presentazione delle linee guida, sottolineando che si tratta di un inutile temporeggiamento, visto che "c’è la copertura per la manovra, ci sono più 90 mila posti liberi, più i pensionamenti e l’organico funzionale da attuare". "Perché aspettare?", si chiede.