(Teleborsa) - La
questione Grecia s'ha da risolvere. A ribadire questo imperativo sono scesi in campo anche gli
Stati Uniti, timorosi che un default di Atene o la sua uscita dall'euro possa avere ripercussioni anche sull'economia americana.
Ieri il Segretario del Tesoro USA,
Jack Lew, ha chiamato il Ministro delle Finanze ellenico
Yanis Varoufakis spiegandogli che un mancato accordo danneggerebbe sia la Grecia che l'Europa.
Lo stesso Varoufakis ha riportato le parole di Lew sul suo profilo
Twitter evidenziando, forse con un po' di ironia, come l'avvertimento sia stato indirizzato a entrambe le parti.
A che punto sono le trattative tra la Grecia e Bruxelles? Come noto, il Governo Tsipras è favorevole ad un allungamento dei tempi del rimborso dei prestiti, ma non al piano di risanamento imposto a suo tempo dalla Troika (Unione Europea, Fondo Monetario Internazionale, Banca Centrale Europea).
Oggi Atene invierà al Presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem,
la richiesta di un'estensione di sei mesi del programma di aiuti con deliberazioni che puntano ad un compromesso tra i diktat dell'Europa e le esigenze della Penisola ellenica.
Intanto, sempre ieri, la
BCE ha deciso di estendere per altre due settimane l'emergency liquidity assistance, il programma di finanziamento alle banche elleniche meglio noto come ELA. Si tratta di un fondo dal quale la Banca Centrale greca può attingere per fornire liquidità agli Istituti di credito del Paese.
L'Eurotower ha anche deciso di portare il
plafond a disposizione a quota 68,3 miliardi di euro.