(Teleborsa) - L’
Accordo Quadro Consip sulla
Sicurezza del Lavoro è al centro delle polemiche, sollevando critiche da parte di esperti e operatori del settore.
Sintesi S.p.A., storica azienda di servizi prevenzionistici, denuncia
gravi errori procedurali e tecnici, che potrebbero mettere a rischio la sicurezza di migliaia di lavoratori pubblici. Il
bando, infatti, ignora la complessità della Pubblica Amministrazione, adottando una logica standardizzata inadeguata per affrontare i rischi specifici di categorie professionali molto diverse.
Redatto senza il coinvolgimento di esperti del settore, l’Accordo applica
criteri uniformi per mansioni differenti, come vigili del fuoco, operatori ambientali e impiegati amministrativi, trattando la sicurezza sul lavoro come un
servizio generico. Questa
standardizzazione rischia di compromettere un diritto fondamentale, creando una spaccatura pericolosa tra lavoratori di "Serie A", coperti dal bando Consip, e quelli di "Serie B", esclusi da adeguate protezioni.
Il bando ha escluso migliaia di
Amministrazioni, molte delle quali aderivano da anni al sistema di Convenzioni. Questa scelta, unita all’aggiudicazione quasi esclusiva a un
unico operatore, ha suscitato perplessità anche all’interno della P.A., dove referenti lo definiscono un modello “suggestivo” ma discriminatorio.
Il quadro è ulteriormente aggravato dai dati allarmanti dell’
INAIL: nel 2023 sono stati denunciati oltre 95.000 infortuni tra i dipendenti pubblici (+2% rispetto al 2022), con 38 decessi (+5,5%) e un aumento del 21% delle malattie professionali. A essere particolarmente colpiti sono gli studenti delle scuole pubbliche, esclusi dall’Accordo e protagonisti del 70% degli incidenti segnalati.
In risposta alle lacune del bando,
Sintesi S.p.A. ha deciso di offrire i propri servizi di sicurezza alle Amministrazioni escluse, garantendo elevata qualità e costi più bassi rispetto all’Accordo Consip. "La sicurezza sul lavoro non può essere sacrificata per errori procedurali o logiche monopolistiche," dichiara l’azienda, impegnandosi a tutelare i diritti dei lavoratori pubblici. "Il caso solleva un interrogativo cruciale: può la sicurezza sul lavoro, un diritto fondamentale, essere subordinata a logiche di standardizzazione e competizione economica?", domanda l'azienda.