(Teleborsa) - Il suo tempo è ormai arrivato. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sta per lasciare il suo incarico,
come ampiamente anticipato prima di Natale, annunciando probabilmente domani le sue dimissioni.
Un'uscita pianificata nel minimo dettaglio e preceduta da un
giro di saluti, alle forze armate ed ai rappresentanti del Governo: ieri pomeriggio il capo dello Stato ha ricevuto il
Premier Matteo Renzi ed il
Ministro Marianna Madia.
Nel frattempo,
Renzi si prepara ad aprire la partita del Colle, annunciando che fornirà un
unico nome e non una rosa di candidati, sul quale il Pd dovrà trovare una convergenza. Oggi, Renzi è a Strasburgo, dove si appresta a chiudere formalmente il semestre italiano di Presidenza della UE, ed ha solo
ventiquattro ore prima del formale addio di Naspolitano. Non c'è tempo da perdere, questo Renzi lo sa bene, tanto che ha convocato già per venerdì una riunione della direzione del Pd per trovare una linea comune.
Il Premier, in realtà, ha mostrato un certo ottimismo sulla possilità di centrare il doppio obiettivo di impostare le riforme e trovare un candidato per il Quirinale entro il 29 gennaio, ma la sua sicurezza potrebbe essere apparente, dato che la
partita è piuttosto complicata.
In gioco c'è uno
scenario internazionale sempre più complesso e delicato, le
minacce dell'ISIS e l'allerta terrorismo, la possibilità di una disgregazione dell'euro in caso di vittoria di Tsipras alle
elezioni in Grecia, la disoccupazione e la
deflazione che minacciano la stabilità dell'Eurozona e la coesione fra i suoi Paesi membri. Tutti questi fattori impongono dunque la
scelta di un candidato di alto profilo, un candidato
"con la P maiuscola", come affermato dallo stesso Renzi.
Intanto, Emma Bonino, che era
indicata fra le probabili donne candidate al Colle (vota la tua candidata preferita nel
sondaggio), ha fatto sapere di avere un
tumore polmonare e di dover seguire una terapia di chemio di sei mesi: un impegno che non le farà abbandonare la politica, ma che di certo le impedirà di salire al Quirinale, soprattutto in un momento in cui occorrono certezze.