(Teleborsa) - Altro che
divisioni interne: la Banca Centrale Europea sta preparando misure più incisive per combattere stagnazione e deflazione. Dunque, a breve l'Eurotower potrebbe varare il tanto atteso
quantitative easing, ossia l'acquisto di grandi quantità di debito privato e, soprattutto, titoli di Stato di Paesi dell'Eurozona, seguendo così il consiglio dell'OCSE.
In occasione della conferenza stampa seguita alle
decisioni di politica monetaria, il Presidente della BCE
Mario Draghi ha detto: "non sono escluse ulteriori misure di politica monetaria, se dovesse essere necessario", precisando che il Board "resta unanime" nel decidere il lancio di nuove misure in caso di necessità.
Ovviamente i mercati hanno subito letto queste affermazioni come la
promessa di un QE all'europea.
Resta però da capire se tra queste "ulteriori misure" c'è davvero il quantitative easing, visto che più volte i mercati sono rimasti delusi dalle promesse di Draghi.
Va inoltre chiarita la
reale posizione della purista Bundesbank e del suo Governatore Jens Weidmann, da sempre contrari all'acquisto di bond governativi da parte della BCE.
Ieri il numero uno dell'Istituto di Francoforte ha detto che non esistono divisioni tra Nord e Sud Europa, ossia tra i banchieri dei Paesi nordeuropei cosiddetti "virtuosi" e quelli dei PIIGS (Portogallo, Irlanda, Italia,Grecia e Spagna). Dunque, la BCE agirà unanimemente per il bene del Blocco dell'Euro, facendo le scelte più appropriate.
Per il resto, ieri Draghi ha spiegato che la BCE ha deciso di lasciare i
tassi di interesse dell'Eurozona eccezionalmente bassi ed ha confermato il
piano di acquisto di asset (covered bond e ABS), lungo un arco temporale che si estende almeno sino a
giugno 2016.
"Ci aspettiamo di vedere un
impatto significativo sui nostri bilanci", ha aggiunto il numero uno dell'Eurotower, spiegando che le misure varate porteranno il
bilancio della BCE sui livelli del 2012.
In relazione allo stato dell'economia, Draghi ha affermato che "si comincia a vedere una situazione di
moderata ripresa", ma questa previsione di crescita assunta come base per la determinazione della guidance della banca centrale presenta ancora
"rischi al ribasso".
L'outlook sulla crescita è stato rivisto al ribasso sino al 2016, in linea con una previsione di crescita moderata dell'economia della Zona Euro, che sarà anche condizionata da elevati tassi di disoccupazione. La BCE - ha sottolineato - deve poi
tener conto anche di una serie di fattori che potrebbero condizionare le previsioni, come i
rischi geopolitici, che condizionano la fiducia negli investimenti, ed il recente
crollo dei prezzi delle commodities, che potrebbe avere impatti negativi.
"L'acquisto di asset dovrebbe aiutare l'economia - ha ribadito Draghi - ma dobbiamo continuare a guardare le
aspettative di inflazione nel medio-lungo termine", con l'obiettivo di riportare il tasso verso il
target del 2%. "Per il momento le decisioni di politica monetaria - ha assicurato - hanno
risposto bene ad un outlook di inflazione