(Teleborsa) - Gli interventi della Russia sul mercato valutario hanno superato i 13 miliardi di dollari, ma sembra che siano ancora insufficienti ad arginare la discesa del
rublo, giunto ai minimi storici contro il biglietto verde, unitamente al petrolio che segna i minimi degli ultimi quattro anni.
La
Banca di Russia ha alzato la banda di oscillazione contro il dollaro USA, di 30 copechi, a 46.25 ieri, sulle preoccupazioni di una ennesima contrazione della crescita globale.
Solo nella giornata del 15 ottobre l’intervento è costato alle casse della banca centrale russa circa 1,70 miliardi dollari, come riporta oggi la stessa banca sul suo sito web.
Il
Brent è caduto del 23% dal picco di giugno, peggiorando le prospettive per la Russia, le cui entrate derivano per oltre la metà dal petrolio.
I responsabili politici hanno intensificato i propositi per rafforzare il rublo, annunciando che la Banca Centrale offrirà fino a 3,5 miliardi di dollari in operazioni a pronti in valuta estera, alle aste di questo mese.
"La dimensione dell'offerta annunciata dalla Banca Centrale è inferiore a ciò che è necessario", ha detto
Aram Kazaryan, trader in valute a MDM Bank di Mosca. "E 'ancora più facile per le banche comprare il dollaro sul mercato a pronti, piuttosto che prenderli in prestito dalla banca centrale."