(Teleborsa) - Se in Italia, in vista delle
elezioni europee di domenica prossima, si sferrano
gli ultimi colpi di una campagna elettorale che si è rivelata più agguerrita che mai,
in Olanda i giochi sono ormai fatti .
Gli olandesi, infatti, sono stati i primi ad andare alle
urne europee e dai
primi exit poll , arrivano non poche sorprese.
Innanzitutto, l'affluenza alle urne: non c'è stata la vittoria dell'astensionismo su cui molti avrebbero scommesso: ai seggi si è recato il 37% della popolazione, contro il 36,75% delle europee del 2009.
Un primo risultato che ha sorpreso, come ha sorpreso il fatto che gli exit poll rivelino che il primo posto se lo contenderebbero, invece, i cristiano-democratici del CDA e i liberali del D66 che è dato in leggero vantaggio. Entrambi i partiti sono all'opposizione in Parlamento.
Rimarranno delusi invece coloro che puntavano sul partito della destra populista di Geert Wilders che avrebbe ottenuto il 12,7% dei voti per entrare a far parte del Parlamento europeo. Quindi, sembra che gli olandesi abbiano sbarrato le porte di accesso di Strasburgo al partito xenofobo di Wilders facendolo diventare il quarto partito con solo tre eurodeputati.
Un fatto quantomeno inaspettato, rispetto ai sondaggi che fino a qualche giorno fa lo davano come primo partito e per quanti prevedevano che il vento antieuropeista potesse iniziare a spirare proprio dall'Olanda.
Premiati anche quei partiti che non sono al Governo, come i liberali del VVD del premier Mark Rutte che avrebbero ottenuto il 12,3%, mentre rimangono con tre seggi che già avevano i laburisti del PVDA (9,4%), scavalcati dalla sinistra radicale di SP che prende tre seggi e tocca il 10%.