(Teleborsa) - Un mondo non più "dollaro-centrico"? Sembra assurdo, ma Mosca ci sta pensando seriamente, tanto da lanciare chiare minacce agli Stati Uniti, come contropartita del
braccio di ferro in atto in Crimea.
A meno di ventiquattro ore dalle intimazioni arrivate da
Washington, che ha congelato accordi militari e commerciali, ora è il Presidente Vladimir Putin a fare la voce dura, minacciando di mettere il biglietto verde all'angolo. Il Cremlino, attraverso il portavoce Sergei Glazyev, ha infatti avvertito gli Stati Uniti che potrebbe
vendere tutti i Treasury e liquidare i dollari nelle sue riserve, dismettendo anche l'uso della valuta americana nelle transazioni internazionali.
La minaccia potrebbe sembrare campata per aria, ma in realtà Mosca ha più carte vincenti di quel che potrebbe sembrare. La Russia, da sola, non potrebbe mai portare al boicottaggio del dollaro, anche se detiene ampie riserve in valuta per un ammontare di 492,5 miliardi di dollari e di Treasury per un ammontare di 161,5 miliardi di dollari, ma certamente le relazioni amichevoli con Paesi quali Cina ed Iran potrebbero creare un vero e proprio
fronte anti-dollaro in Asia. Pechino, da sola, ha fatto incetta di oro lo scorso anno,
diventando il principale importatore mondiale, mentre continua a dismettere i titoli di stato americani (Treasury) che ammontano a quasi 1.300 miliardi di dollari, pari all'8% dell'intero debito federale.
Il rischio è concreto e sembra che proprio stamattina vi sia stato un incontro con i diplomatici cinesi, con quelli dell'Uzbekistan e dell'Azerbajan, per fare il punto della situazione.
Cosa accadrebbe ad un mondo senza dollaro? A livello di riserve ne beneficerebbe lo yen, che già oggi viene menzionato fra le cosiddette valute rifugio, mentre per gli scambi, una delle ipotesi sarebbe un maggior utilizzo dell'euro, che verrebbe a trovarsi proprio al centro dei due fronti contrapposti.
Sebbene la possibilità che questo scenario si verifichi nel breve sia remota, il processo potrebbe esser stato già avviato e prendere anni. Un sintomo della "guerra fredda" della nuova era, che si gioca sul profilo economico e su quello del debito. Da questo punto di vista gli Stati Uniti avrebbero molto da perdere, perché Cina e Russia si collocano fra i maggiori detentori di Treasury e potrebbero portare ad un isolamento di fatto degli Stati Uniti, con conseguenze drammatiche sull'esplosione del debito.
L'effetto più immediato sarebbe un rialzo repentino dei tassi di interesse USA, che
vanificherebbe tutti gli sforzi della Federal Reserve.