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Il prossimo FOMC parte sull'orlo di una crisi nervosa

Economia
Il prossimo FOMC parte sull'orlo di una crisi nervosa
(Teleborsa) - Il bilancio della Fed è prossimo a superare i 4000 miliardi di dollari e questa situazione inizia a pesare sulla politica di stimolo all'economia americana intrapresa dalla Banca Centrale USA per riassorbire i drammi che crisi finanziaria, esplosa nel 2008, ha provocato negli Stati Uniti.

Quasi 1200 miliardi in più, rispetto al settembre del 2012, che non hanno smosso più di tanto la locomotiva USA da cui, francamente, ci si aspettavano maggiori soddisfazioni.

responsabili della politica monetaria della Fed, si incontrano oggi e domani per decidere se ridurre il ritmo mensile degli acquisti di Bond che, ricordiamo, è pari a 85 miliardi di dollari al mese.

Il "board" della Fed è imbarazzato, nel senso che il portafoglio titoli corre il rischio di crescere quasi senza limiti. L' ex vice presidente della Fed Donald Kohn, la scorsa settimana durante una tavola rotonda a Washington, ha detto che on vi erano disagi per i potenziali effetti sulla stabilità finanziaria, legati a questo gigantesco quantitativo di titoli acquistati; ebbene adesso emerge, a ridosso del FOMC, che qualche disagio o se vogliamo, qualche ripensamento, c'è eccome.

Uno dei governatori della Fed, Jeremy Stein, ha detto che alcuni mercati del credito, come il debito societario, mostrano segni di eccessiva assunzione di rischi , pur non costituendo una minaccia per la stabilità finanziaria .

Jeb Hensarling, presidente del comitato della Camera che supervisiona la Fed, ha ribadito che in occasione del FOMC si aspetta dalla Banca Centrale USA l'esame più rigoroso e la supervisione al suo interno più incisiva della sua storia.

Si profila più severa del solito, quindi, la prossima riunione della Fed, dove ogni sforzo per riscrivere la legge che stabilisca nuovi perimetri operativi e di intervento della Banca Centrale americana, non è supportato dai democratici che controllano il Senato ed è fortemente avversato dai banchieri centrali, che credono che l'indipendenza non abbia prezzo.
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