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La crisi deteriora anche l'istruzione. Italia ultima nell'OCSE

Cultura
La crisi deteriora anche l'istruzione. Italia ultima nell'OCSE
(Teleborsa) - L'Italia è sul fondo della classifica OCSE sotto il profilo dell'istruzione, risultando ultima per competenze alfabetiche e capacità linguistiche ed espressive e penultima in materia di calcolo. Lo rivela l'ultima indagine condotta sui Paesi dell'Area OCSE, curata dall'Isfol.

Le competenze a leggere e scrivere e far di conto dell'italiano medio sono ben al di sotto della media OCSE. In una scala di misura che va da 0 a 500, l'Italia si attesta a 250, mentre la media dell'Area è di 273 per le competenze lunguistico-alfabetiche. Stessa musica per l'ambito matematico, con una media nazionale che è pari a 247 rispetto al 269 dell'OCSE.

L'indagine condotta sulla popolazione adulta rappresenta un quadro impietoso dell'Italia, anche se il Paese è noto per essere culla della cultura.

Considerando sei diversi livelli di competenze e fissando il livello tre come minimo per vivere e lavorare nel XXI secolo, si nota che il 27,9% degli italiani non supera il primo livello, il 42,3% è al secondo ed il 29,8% si situa dal terzo livello in poi. I numeri in ambito matematico sono pressoché gli stessi, con qualche piccola variazione proporzionale.

Il deficit del paese è più accentuato al sud e nelle isole e per i livelli di istruzione avanzati, sottolinea l'Isfol, indicando che gli scarti più elevati si hanno tra i nostri laureati e quelli degli altri paesi. Diminuisce però il peso degli analfabeti.

Scarse abilità e competenze chiave inoltre vanno di pari passo con l'inattività. E' il caso dei "NEET" i giovani di età compresa tra i 16 e i 29 anni che non studiano e non lavorano, che disinvestono sulle proprie capacità senza accrescerle e utilizzarle.

Le informazioni messe a disposizione dall'indagine sono ricche e molteplici, ma il primato negativo italiano che fa forse più riflettere è la scarsa partecipazione ad attività di apprendimento formale e informale degli adulti che in Italia è la più bassa tra i paesi OCSE: il 24% a fronte di una media del 52%.
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