(Teleborsa) - Parte la seconda fase del protocollo di Kyoto, che viene esteso fino al 2020.
E' stato raggiunto l'accordo, dopo due settimane di lavori, a Doha nel Qatar dove si è tenuta diciottesima conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.
Hanno partecipato 194 Paesi, ma l'ok è arrivato dall'Unione Europea, dalla Svizzera, dalla Norvegia e dall'Australia. I grandi Stati, che sono poi i maggiori responsabili dell'inquinamento globale, ossia gli Stati Uniti, la Russia, il Canada, il Giappone, la Nuova Zelanda e soprattutto la Cina, non hanno dato il loro consenso a ridurre l'emissione di gas serra. Ma anche l'India, il Brasile, il Messico e il Sud Africa, non hanno voluto prendere alcun impegno.
"La conferenza di Doha é stata ritardata e faticosa" ha commentato il Ministro Clini, secondo il quale "ha pesato molto la caduta di tensione e di attenzione da parte dei Paesi che stanno fronteggiando la crisi economica". Secondo il Ministro "i cambiamenti climatici sono una parte importante e urgente dell'agenda economica globale".
"Non è stato un percorso facile - ha spiegato il Commissario Ue all'Ambiente Connie Hedegaard - ma abbiamo lanciato un ponte e speriamo che ora possiamo andare più spediti".
Non è d'accorso la responsabile Clima ed Energia del Wwf Italia, Maria Grazia Midulla, secondo la quale "E' positivo che si sia andati al rinnovo del protocollo di Kyoto, unico strumento legale obbligatorio attualmente in vigore. Tuttavia preoccupa la palese incapacità dei governi di assumere una vera leadership per affrontare quella che è la più grave minaccia per il pianeta come lo conosciamo". Ma soprattutto, secondo Midulla "gli egoismi e i veti di alcuni Paesi non fanno vincere nessuno ma fanno perdere tutti".