Facebook Pixel
Milano 10:27
33.200 -0,68%
Nasdaq 25-nov
20.805 0,00%
Dow Jones 25-nov
44.737 +0,99%
Londra 10:27
8.256 -0,44%
Francoforte 10:27
19.298 -0,55%

Risiko Africano: Destabilizzazione e Penetrazione

Gioco a 6 tra Mercanti di uomini, Jihadisti, Russia, Cina, USA e Paesi Europei


Ci sono poi i Paesi del Magreb, quelli della sponda meridionale del Mediterraneo, che sono solo attraversati dai flussi di migranti: creano loro parecchi problemi per questa ospitalità temporanea che devono offrire, sperando che se ne vadano via il prima possibile. Il Marocco come l'Algeria, la Tunisia come la Libia, sono i più colpiti da questo fenomeno.

Ci limitiamo a questa rotta mediterranea, senza considerare quella balcanica o quella che passa per la Turchia e per la Grecia, Paesi di transito, che affrontano in particolare i flussi di provenienza dei profughi siriani.

Per quanto riguarda l'Italia, basta vedere i dati di provenienza dei migranti arrivati nel 2023: al primo posto c'è la Costa d'Avorio col 12% degli arrivi, poi la Guinea con l'11%, l'Egitto col 9%, il Bangladesh con l'8%, il Pakistan e la Tunisia con il 7%, il Burkina Faso col 6%, la Siria col 5%, il Camerun ed il Mali col 3%. Messi insieme, i migranti che provengono dai Paesi sub-sahariani pesano per il 35%.

A voler schematizzare dal punto di vista geografico, ci sono dunque tre fasce si Paesi che sono interessati dalla rotta mediterranea dei migranti: quella dei Paesi del Magreb, con la Tunisia e la Libia in testa, in cui arrivano per imbarcarsi ed arrivare finalmente in Europa, attraverso i porti sicuri come quelli dell'Italia; quelli del Sahel, la fascia sub-sahariana, che rappresentano invece una fascia di territorio che viene solo attraversata da coloro provengono da ancora più a Sud, come il Camerun, la Costa d'Avorio o la Guinea. In pratica, il Niger è un Paese chiave per le rotte dei migranti, visto che passano tutti di lì per arrivare in Libia ed in Algeria.

Detto chiaramente: i migranti sono innanzitutto un business, sia per chi ne organizza la tratta per farli arrivare a destinazione, sia per le organizzazioni che ne gestiscono il salvataggio in mare e poi l'assistenza nei diversi Paesi. Ma sono anche uno strumento di destabilizzazione innanzitutto per i Paesi africani di transito, poi per quelli europei di prima accoglienza ed infine per quelli sempre europei di destinazione finale.
Condividi
"
```