La sostituzione del lavoro umano con quello meccanico incontra due limiti: la capacità di svolgere una stessa attività e la convenienza nei costi.
Alcuni lavori manuali potrebbero essere benissimo sostituiti dal lavoro meccanico, ma ci sono casi in cui il costo della macchina è superiore a quello del lavoro.
Nelle campagne, è più conveniente usare il lavoro di immigrati, in nero e che dormono nelle baracche, piuttosto che fare investimenti in tecnologie con le serre e la meccanizzazione della raccolta. Se questi lavoratori dovessero essere messi in regola, dal punto di vista retributivo e contributivo, la meccanizzazione sarebbe una alternativa economicamente valida.
La fungibilità tra "lavoro umano" e "lavoro meccanico" è nota da tempo: ma se è stupido pensare di fermare questo processo, renderlo equilibrato è indispensabile perché
l'allungamento della vita lavorativa è un ostacolo alla dinamica aziendale ed all'ingresso delle nuove generazioni nel mondo del lavoro.
Nessuno si meraviglia della
tassa sullo smaltimento che è stata introdotta sui prodotti elettrici e sugli apparati elettronici: è un costo che va posto a carico dell'utilizzatore e non della società.
Allo stesso modo, serve una indifferenza in termini di costo sociale tra il "lavoro meccanico" ed il "lavoro umano": anche sul primo vanno pagati i contributi previdenziali.
Oltre l'allungamento della vita lavorativa e la Previdenza complementare Equilibri Previdenziali e Lavoro Meccanico
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