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Se Shanghai sfida la City

Non sarà più Londra a traghettare lo yuan verso i mercati globali


La Cina rischiava già l'isolamento internazionale, come la Russia, che a sua volta veniva esclusa dall'altro Trattato di cooperazione economica tra Usa ed Ue, il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership).

Dopo alterne vicende, il TTIP non fu mai firmato per le tante eccezioni poste da parte europea, mentre fu lo stesso Presidente Donald Trump a recedere dal TPP che era stato firmato. Alla fine, la strategia del "doppio gancio" elaborata della Amministrazione Obama non era andata a buon fine: Trump riteneva che ogni accordo commerciale era dannoso per gli Usa, e che la strada maestra per addrizzare i conti con l'estero fossero i dazi.

La Gran Bretagna cercò dunque di approfittare di questa situazione di freddezza tra Washinton e Pechino per candidarsi alla partnership strategica: la City è da secoli la piazza finanziaria che raccoglie capitali da tutto il mondo per reinvestirli dappertutto. E nessuno come la Banca d'Inghilterra ha una storia così lunga ed una esperienza così profonda nella gestione di una moneta internazionale come lo fu la Sterlina, per oltre un secolo il caposaldo del sistema mondiale. Nessuno poteva assistere meglio Pechino nella trasformazione dello yuan in una moneta pienamente convertibile sul piano internazionale.

La Borsa di Londra, al contrario, non è minimamente paragonabile a quella di Wall Street, che raccoglie una immensa liquidità internazionale che si riversa sui diversi listini. Le stesse aziende cinesi hanno per lungo tempo ambito alla doppia quotazione, proprio per approfittare del fiume inesauribile di capitali che gira a New York.

Mentre già si delineava la Brexit, con il referendum tenutosi nel 2016, occorreva trovare un nuovo ruolo internazionale alla Gran Bretagna: usare la City come ponte finanziario della Cina verso il resto del mondo.

Da allora tutto è cambiato: gli Usa ritengono che la Cina sia un competitor geopolitico troppo pericoloso.

Dopo i dazi imposti dalla Amministrazione Trump, sono iniziati i divieti di esportazione di materiale strategico, di utilizzo di apparati di telecomunicazioni cinesi, di collaborazione nella produzione di chip avanzati. Parallelamente, è stata avviata una collaborazione militare nell'area del Pacifico, denominata AUKUS, che coalizza l'Australia, il Regno Unito e gli Stati Uniti.
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