Veniamo al punto:
ci sono imprese che emettono bollette, cioè fatturano ai clienti del mercato tutelato, importi elevatissimi. In base ai costi sostenuti, si rileva che ci sono imprese che hanno dei profitti eccezionalmente elevati, e sono stati tassati per questo. Il fatto è che si tratta di un dato formale, riferito alla emissione della fattura, che non ha niente a che vedere con il pagamento effettivo della stessa. Se il cliente non paga la bolletta nei tempi previsti, il Conto economico ne risente ma
nel Conto del patrimonio si iscriverà un "credito verso clienti", a meno che questa posta non sia corretta in negativo azzerandola per inesigibilità o corretta per il minor valore derivante dalla cessione del credito ai terzi che si occuperanno della riscossione.
Ne derivano
due conseguenze: da una parte,
per le forniture sul mercato tutelato, c'è una
lievitazione dei fatturati, derivante dalla emissione di bollette, da cui deriva una aumento elevatissimo degli utili, che ancora deve tener conto degli effettivi pagamenti; dall'altra,
per le forniture sul mercato libero, ci sono le
cessazioni dei contratti per recesso unilaterale.
Per un verso ci sono i mancati introiti sulle vendite, per l'altro i maggiori costi che derivano dagli aumenti per il meccanismo "gas-to-gas" o per l'approvvigionamento diretto sul mercato spot.
Se le Bollette non vengono pagate, cade giù il teatrino di cartapesta Energy Subprime: Profitti Virtuali e Fallimenti Reali?
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