C'è una gran frenesia in giro, si fa un gran parlare degli aumenti in bolletta, ma il quadro della situazione è ben lungi dall'essere chiaro.
I
prezzi di luce e gas praticati agli utenti del "mercato tutelato" sono determinati sulla base di
parametri normativi: nelle condizioni attuali le quotazioni del mercato spot del gas sono schizzate verso l'alto, e questo si riverbera sulle bollette. C'è di vero, poi, che anche i contratti a lungo termine di approvvigionamento del gas hanno
meccanismi di adeguamento del prezzo "gas-to-gas": non sono più "
oil linked", cioè legati al prezzo di mercato del petrolio, il Brent in Europa, ma anche al mercato spot del gas, alle quotazioni del TTF, la piattaforma di trading basata in Olanda.
I
prezzi di luce e gas praticati invece agli utenti del "mercato libero" sono contrattualizzati, nel senso che il fornitore si è impegnato a praticare un prezzo fisso per ogni KWh o Mc, per un determinato periodo di tempo, in genere biennale. In questo caso,
il cliente non dovrebbe temere sorprese, visto che gli aumenti del costo degli approvvigionamenti sono un rischio di impresa per il fornitore. Per tutelare la clientela, il governo italiano ha fatto divieto di apportare modifiche unilaterali del contratto, ma
alcuni fornitori stanno invece recedendo unilateralmente: in pratica, comunicano al cliente che non intendono più proseguire nel contratto di somministrazione. Si accollano il pagamento della penale, se prevista, ma chiudono la partita: su questo comportamento, l'
Antitrust sta effettuando un monitoraggio.
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