Secondo l'
Istituto nazionale di statistica della RPC, dal punto di vista dei risultati, queste
"Tre novità" non solo stanno crescendo ad un ritmo superiore a quello del PIL, ma ormai le
Nuove Industrie pesano per il 17% del PIL medesimo. Rispetto all'anno precedente, nel 2021 l'incremento del valore aggiunto di queste Nuove industrie in agricoltura è stato del 6, 6%, nell'industria del 19,1%, del 15,3 % nel settore dei servizi.
In
Italia, da trent'anni a questa parte, l'unico obiettivo è stato quello della precarizzazione dei rapporti di lavoro e dell'abbattimento dei salari per rimanere competitivi, senza più investire nei grandi complessi produttivi come si faceva prima del disastro delle privatizzazioni e dello
smantellamento delle Partecipazioni statali, quando eravamo la quinta potenza industriale al mondo. Le piccole e medie imprese sono rimaste sole, facendo affidamento solo sulla tempra dei loro proprietari e sulla capacità dei lavoratori: siamo rimasti gli unici ad occupare una nicchia di mercato che vuole flessibilità, velocità adattamento.
Ora la
Cina ha capito che il vero valore aggiunto è in quello che l'Italia ha saputo fare da sempre: ha tante grandissime imprese che diventeranno sempre più flessibili con le tecnologie informatiche.
Non
deindustrializzare come fece l'America, ma aggiungere valore alle produzioni tradizionali
Nuovi Paradigmi Cinesi imitano l'Italia che fu
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