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Fuga dall'Euro

Prezzi in salita e perdite in vista


Ci sono numerose implicazioni che derivano dalla svalutazione dell'euro nei confronti del dollaro, che deriva da una fuga di capitali verso quest'ultima area valutaria:
  1. Le importazioni europee, considerando che le quotazioni delle materie prime, agricole, energetiche e minerarie sui mercati internazionali vengono espresse in dollari, sono diventate più care del 20% in un anno.
  2. L'inflazione europea, per la componente che viene determinata dall'aumento dei costi all'importazione, è dunque più alta rispetto a quella degli Usa. Essendo, soprattutto Germania, Francia ed Italia paesi manifatturieri e trasformatori, la traslazione sui prezzi interni ed all'export di questi maggiori costi determina una minore competitività.
  3. L'aumento dei tassi di interesse negli Usa, già decisa dalla Fed, comporta una preferenza per i titoli denominati in dollari, con la rarefazione dei capitali disponibili per sottoscrivere le emissioni dei titoli denominati in euro. Da ciò deriva sia un aumento degli spread sui titoli di Stato italiani quotati sul mercato secondario che l'aumento del tasso di interesse per le nuove emissioni da piazzare sul mercato primario. Questo aumento dei tassi di interesse incide negativamente sul bilancio dello Stato, perché aumenta il costo del servizio del debito.
  4. Sulla ridotta disponibilità di capitali nell'area dell'euro, va considerato che a fine marzo la BCE ha dichiarato conclusa l'operazione straordinaria di acquisto di titoli di Stato, PEPP, varata nel marzo del 2020 per contrastare gli effetti della crisi sanitaria.
  5. La svalutazione dell'euro comporta una perdita netta sulla valutazione in dollari del portafogli investito in euro. E' una perdita grave, perché incide sul valore del capitale.

Prezzi in salita e perdite in vista

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