E' dunque
Pechino che ora ha in mano la
tenuta del sistema finanziario globale:
se lascia fallire un operatore finanziario sistemico, come Evergrande, sa di scatenare delle reazioni incontrollabili soprattutto in Occidente, ed in particolare a
Wall Street: crollerebbe innanzitutto il valore delle
centinaia di imprese cinesi che sono quotate anche negli Usa, e questa caduta si porterebbe appresso il resto del listino. Sono tanti gli investitori globali, americani in primo luogo, che hanno in portafoglio titoli di emittenti cinesi: hanno un
portafoglio a rischio di write-down e sono assai avari di notizie al riguardo: nessuno sa con esattezza su chi e che cosa abbiano puntato.Questa opacità, questa riservatezza negli affari che finora ha protetto affari assai lucrosi in Cina, rischia ora di trasformarsi in un
boomerang: se i Fondi di investimento dichiarano le singole esposizioni in Cina devono immediatamente dichiarare le eventuali perdite; ma se non le dichiarano è peggio, perché alimenterebbero i peggiori sospetti, anche se ingiustificati.
Visto che i valori azionari negli Usa ed in Europa sono arrivati molto in alto, il rischio di una forte correzione può venire dalla Cina.
Pechino ha in mano una intera scatola di fiammiferi, e sa di avere il potere di controllare all'interno della Cina gran parte delle conseguenze che sarebbero provocate dalle sue decisioni.
Rischi di spill-over sistemici, mentre Fed e Treasury hanno poche munizioni.
Se Pechino buca il Pallone a Wall Street
(Foto: by Samson Creative on Unsplash)
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