Si ripete, da parte americana, il voltafaccia di Harry Truman nei confronti dell'URSS, alleato di comodo per combattere gli eserciti del Reich che avevano invaso l'Europa. E Stalin già si lamentava con Roosevelt per i ritardi ingiustificabili della invasione americana che avrebbe dovuto quanto meno distogliere un po' di truppe tedesche dal fronte orientale, per alleggerirne lo sforzo dei soldati sovietici.
Fu Churchill, il Premier inglese, ad auspicare che una Cortina di Ferro finalmente isolasse l'URSS ed i suoi Paesi satelliti dal resto del mondo occidentale. Solo un nemico potentissimo e letale poteva tenere unito insieme l'Occidente frastornato dopo due Guerre Mondiali.
La
crescita travolgente dell'economia cinese, a ben vedere,
ripete il paradigma degli Usa che approfittarono delle due guerre mondiali, combattute sul suolo europeo, per divenire nei trent'anni che vanno dal 1915 al 1945 la più grande e prospera nazione del mondo. Mentre gli europei si scannavano a milioni, l'America produceva per tutti, arricchendosi.
La Cina ha fatto lo stesso: ha approfittato della guerra economica antipopolare che è stata combattuta in Occidente a partire dall'Era di Ronald Reagan e di Margaret Thatcher, a suon di liberalizzazioni, deregolamentazioni, delocalizzazioni, abbattimenti del welfare e precarizzazione del lavoro: il loro mantra era "
There Is No Alternative".
A partire dagli Anni Ottanta, l'Occidente ha deindustrializzato la produzione: la
Old Economy, la produzione manifatturiera, era sinonimo di Classe Operaia, di diritti sindacali, di scontri sociali, di scioperi a ripetizione e di rivendicazioni salariali.
Con la
Caduta del Muro di Berlino, nel '92, venne finalmente meno la paura che i Partiti Comunisti europei potessero prendere il potere democraticamente: da allora, è stato un gioco al massacro contro la classe media, quella che aveva beneficiato della crescita economica facendo da argine alla Sinistra.
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