E' stata una scelta politica davvero sbagliata, dunque, quella di rinviare la ripresa degli investimenti alla approvazione del PNRR: montare preventivamente la complessa infrastruttura normativa, tecnica, contabile, informatica e finanziaria che dovrà supportare il PNRR adeguandosi agli standard europei per ottenere il rimborso delle spese non potrà che allontanare la operatività amministrativa.
Si sarebbero dovuto avviare immediatamente le procedure di spesa in conto capitale degli Enti Locali, soprattutto quelle che erano state bloccate per ragioni amministrative e contabili dei singoli enti.
L'avvio è rinviato ormai a dopo l'estate: è stato un vero errore.
Anche gli investimenti privati in campo edilizio sono stati bloccati da mesi, in attesa della definizione delle nuove regole sul cosiddetto "
contributo del 110%": nessuno è così sciocco da mettere mano al proprio portafoglio, visto che c'è la prospettiva di risparmiare un bel po' di soldi, finché tutta la complessa macchina organizzativa, fiscale, finanziaria e tecnico-amministrativa non sarà stata stabilizzata: questo vuol dire, ancora una volta, aver tenuto fermi i cantieri edili che potevano ripartire da mesi.
Fa davvero tristezza vedere un Paese che non riesce a fare partire gli investimenti privati, per via delle persistenti incertezze sulle agevolazioni all'edilizia privata nel caso di ristrutturazioni, che rinvia gli investimenti pubblici baloccandosi con il PNRR, che si affida agli eurobond ed ai prestiti del NGUE aspettando il via libera di Bruxelles, quando c'è un enorme risparmio delle famiglie italiane che è fermo nelle banche.
In un anno, mentre il risparmio interno è aumentato di 137 miliardi di euro, chiediamo prestiti per 122,6 miliardi col PNRROhibò! L'Italia chiede prestiti all'UE, mentre le nostre Banche traboccano di depositi
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