In un anno, mentre il risparmio interno è aumentato di 137 miliardi di euro, chiediamo prestiti per 122,6 miliardi col PNRR.
E' tutto paradossale: mentre le famiglie italiane aumentano il risparmio precauzionale e le Banche, anche loro per prudenza, non incrementano gli impieghi creditizi,
lo Stato chiede prestiti all'UE con il PNRR invece di mobilitare le risorse interne.
E' stata una reazione scontata, umanamente comprensibile, quella della famiglie italiane. In tutti i manuali di economia si legge infatti che, di fronte alle incertezze, il risparmio precauzionale aumenta.
Nei momenti di crisi, e soprattutto quando vi è preoccupazione per il futuro, cresce la domanda di moneta da tenere liquida, a propria disposizione, per fare fronte a possibili difficoltà. Quando poi ci si trova di fronte a circostanze eccezionali, quali il
lockdown globale, come è accaduto per mesi, di una serie incredibilmente ampia di attività economiche e sociali, finalizzato a contrastare il diffondersi del contagio dell'epidemia,
la crescita dei risparmi non poteva che essere vistosa.
In dodici mesi, in Italia secondo l'ABI, la
Raccolta bancaria complessiva è passata dai 1.851 miliardi di euro dell'aprile 2020, praticamente dall'inizio dell'emergenza sanitaria, ai 1.971 miliardi dell'aprile scorso: sono
+120 miliardi di euro. Una crescita enorme se paragonata alla caduta del PIL nominale che si è registrata tra il 2020 ed il 2019, e che è stata di -139 miliardi di euro, passando da 1.791 a 1.652 miliardi di euro.
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