Il problema vero è che non si può tornare indietro:
la crisi dell'America, che è quella dell'Occidente e delle democrazie rappresentative travolte dalla Globalizzazione è inarrestabile.
Ha determinato uno sconvolgimento degli assetti politici tradizionali: il
Sovranismo di Trump, con il suo motto del 2016 "Make America Great Again!"; la
svolta nazionalista che ha portato alla Brexit con ben due elezioni successive vinte dai Conservatori che la sostenevano; l'arrivo al
ballottaggio per le presidenziali francesi da parte di Marine Le Pen alla testa del RN; così come i risultati travolgenti alle elezioni europee da parte della
Lega in Italia.
L'establishment occidentale, politico, economico e finanziario che ha voluto la
Globalizzazione, fa di tutto per contrastare ed annichilire questi fenomeni di ribellione all'ordine costituito: il dibattito democratico non deve andare al di là del paradigma fondamentale. Accetta solo coloro che si presentano come i "venditori al dettaglio di un unico grossista", mettendo a disposizione le televisioni, la grande stampa. Della stessa partita sono anche i gestori dei social media che intervengono pesantemente sulle cosiddette fake news e che sanzionano autonomamente i comportamenti ritenuti non conformi ai canoni della community.
E' come una pentola messa sul fuoco, a cui si mette sopra un coperchio: prima a poi scoppia.Non basta dunque l'aplomb del nuovo Presidente Joe Biden, né serve la sua inossidabile appartenenza all'establishment, così come è perfettamente inutile che il deep State si prodighi per offrire i suoi servigi.
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