Stiamo assistendo, da qualche mese, ad una torsione istituzionale senza precedenti: sfruttando l'esigenza di affrontare con tempestività la crisi sanitaria,
si sta costituendo un Nuovo Ordinamento Parallelo.
Si sta strumentalizzando la normativa sulla Protezione Civile, preordinata ad assicurare l'intervento coordinato in caso di catastrofi naturali quali i terremoti e le alluvioni, per intervenire quotidianamente sulla vita dei cittadini, limitando le attività economiche, la libertà di circolazione e qualsiasi altro aspetto della convivenza. Un decreto-legge dichiarativo dell'emergenza, pur debitamente convertito dal Parlamento, ha devoluto al Presidente del Consiglio poteri e decisioni che la Costituzione riserva invece alla legge.
Si è dato vita ad un processo decisionale parallelo che sfocia nei
DPCM e nelle
Ordinanze del Ministro della Salute, fondati su presupposti e criteri continuamente mutevoli, non conosciuti e dunque arbitrari.
La Protezione Civile è messa a disposizione di un Commissario, che a sua volta usa i poteri straordinari e derogatori della somma urgenza per provvedere ad ogni richiesta: dai banchi scolastici con le rotelle per assicurare il distanziamento nelle aule alla fornitura delle siringhe per iniettare il vaccino anti-COVID quando sarà disponibile.
Si costruisce così una
burocrazia parallela, che avoca a sé anche le competenze ordinarie. Stiamo parlando di banchi scolastici e di siringhe per iniezioni, non di ricostruire in una sola notte gli argini ai fiumi che esondano e minacciano di allagare i centri abitati.
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