Pechino sta cercando di aumentare l'uso della propria moneta, soprattutto incentivando gli investimenti esteri nel suo debito pubblico. Nel secondo trimestre di quest'anno, il capitale straniero investito nel debito pubblico cinese denominato in yuan ha superato i 4.300 miliardi di yuan (pari a 619 miliardi di dollari), crescendo al ritmo più alto dalla fine del 2018. Quanto ai rendimenti, i
titoli del tesoro cinesi a 10 anni offrono un interesse del 3,118%: davvero appetibile, rispetto a quelli di Usa, Germania e Giappone.
Le contromisure americane non si sono fatte attendere: si minaccia la eliminazione del rapporto fisso di cambio tra la valuta cinese e quella di Hong-Kong, visto che attraverso quest'ultima passano i capitali stranieri diretti sul debito pubblico cinese. Uno sganciamento metterebbe in pericolo il valore degli investimenti stranieri.
Lo
yuan debole aiuta l'export cinese, mentre gli alti tassi di interesse sul debito pubblico di Pechino allettano gli investitori stranieri, demoralizzati per i rendimenti infimi pagati in Occidente.
Dopo gli alti profitti garantiti sugli investimenti industriali, ora Pechino si comporta all'opposto delle Banche centrali occidentali che continuano con la repressione finanziaria a danno degli investitori: offre nuove e lucrose opportunità ai capitali occidentali.
Svalutato per esportare meglio, attira i capitali stranieri con alti tassi di interesse.Uno Yuan debole, che però rende tanto.
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