Come si arriva allora alla cifra di 209 miliardi di erogazioni a favore dell'Italia che si legge in giro? Probabilmente deriva dalla somma tra i 127 miliardi di loan che ci verrebbero concessi (arrotondando ampiamente la aliquota massima del 6,8% del PIL) e gli 81,8 miliardi di grant che erano stati previsti per il Recovery Fund: una conclusione difficilmente credibile, visto che arriveremmo ad aggiudicaci il 31% delle risorse totali disponibili (si tratta di 209 miliardi sui 672,5 complessivi).
Se fosse vero, a fronte di un contributo di 96,3 miliardi al Fondo, l'Italia ne riceverebbe più del doppio: 209 miliardi nel complesso, di cui 127 miliardi come loan.
Peccato che non ci sia una parola, né una cifra.
Sono stati invece i Paesi frugali e la Germania a fare il pieno di sconti:
- la Germania si è fatta riconoscere uno sconto annuale sui versamenti in conto Risorse Proprie dell'Unione per 3.671 milioni di euro, confermando in pratica la riduzione sull'IVA dallo 0,3% allo 0,15% di cui ha già beneficiato nei sette anni scorsi;
- l'Olanda ha quasi triplicato lo sconto annuale, passando dai 686 milioni di euro del 2018 ai 1.921 del prossimo settennio. Il Premier Rutte ha usato l'Italia come un punching-ball;
- l'Austria è entrata, per la prima volta, nel novero dei Paesi che beneficiano degli sconti: con 565 milioni l'anno, anche il Premier Kurtz ha fatto marameo a tutti;
- la Svezia ha fatto il vero colpo gobbo: mentre nel 2018 beneficiava di uno sconto una tantum di appena 151 milioni di euro, versando risorse proprie per 3.797 milioni di euro, si è fatta riconoscere uno sconto annuo di 1.069 milioni di euro. Risparmierà un terzo.
Nero su bianco, a Bruxelles, hanno deciso solo i "rebates" per la Germania ed i Paesi FrugaliIl "cri-cri" della Cicala
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