Bisogna riprendere ad investire, velocemente, nelle infrastrutture materiali ed immateriali che migliorano la crescita, il benessere e la fiducia nel futuro.
Serve una scuola severa, una Università aperta al pensiero critico e non appiattita sull'insegnamento dei professori che vanno in cattedra per essersi appiattiti, per aver accumulato citazioni che consolidano pensieri stantii e protervi.
Servono infrastrutture collettive, materiali ed immateriali, che agevolino la crescita.
E' un'Italia libera che vogliamo, quella di Galileo e di Leonardo. La bellezza dei dipinti di Giotto, le sculture di Michelangelo, le cupole ardite del Borromini.
Dobbiamo tornare a produrre, con dedizione e coraggio. Affinché la ricchezza dei Mercanti non sia solo accumulazione personale di tesori, ma benessere collettivo. Città belle, paesaggi magnifici, natura incantevole: questo era e deve tornare ad essere l'Italia.
Occorre ritrovare il senso della Comunità, dove le regole appartengono agli uomini e non sono imposte dall'alto o da fuori. Regole che non servono a garantire la circolazione dei beni o la puntuale osservanza delle obbligazioni, ma che richiedono l'impegno condiviso per il benessere collettivo.
Questa è l'Utopia che serve, questa è la Speranza che occorre alimentare, questo il Futuro a cui tendere.
Lo smart working è una trappola per topi. Servono capitale umano ed infrastrutture collettive.Pensieri nani, recessione senza fine.
"