La prima questione è chiarire
chi verserà questi 750 miliardi al bilancio europeo, tenendo conto che questa somma si aggiungerà ai circa
1.100 miliardi già previsti nel Quadro finanziario. Tra l'altro, ancora non c'è intesa sulla ripartizione del mancato contributo netto della Gran Bretagna, che con la sua uscita dall'Unione ha determinato un buco di circa 10 miliardi l'anno: in pratica, bisogna trovare entrate per 70 miliardi di euro, solo per pareggiare le spese.
Per raccogliere tra i Paesi Membri i 750 miliardi di euro del Programma straordinario, in questo periodo settennale, la Commissione propone di
raddoppiare le entrate proprie dell'Unione, portandole al 2% del PIL. Non solo si raddoppieranno i versamenti dell'IVA che gli Stati girano all'Unione, ma si prevede di introdurre nuove tasse: da quella sulla plastica non riciclata a quella su determinate emissioni inquinanti.
Per contribuire a questo programma straordinario di 750 miliardi, l'Italia dovrà versare 96,3 miliardi. Bisogna essere precisi di questi tempi, viste le Bufale che girano: questa cifra risulta dalla
Table A1 Allocation Key, allegata al "
Commission Staff Working Document", (Brussels 27.5.2020, SWD(2020) 98 final).
Quanto riceverebbe l'Italia, a fronte dei 96,3 miliardi che dovrebbe versare? Sempre in questa tabella, in cui però non vengono distinti i Grants dai Loans, le erogazioni a Fondo perduto dai Prestiti, ci spetterebbero 153 miliardi di euro, con un beneficio netto di 56,7 miliardi: sarebbe un aiuto sostanzioso, concesso in considerazione del fatto che siamo stati inseriti nella categoria "S", quella degli Stati ad alto debito.
Messa così, riceveremmo più denaro di quello che verseremmo: l'Europa è assai generosa.
Il trucco c'è, ma non si vede subito: succede così dappertutto, soprattutto nei documenti da mettere in mano ai politici.
Sul totale di 153 miliardi di aiuti di spettanza dell'Italia, i "Grants", le erogazioni a Fondo perduto, arriverebbero ad 81,8 miliardi; in aggiunta ci sarebbero 71,2 miliardi di "Loans", prestiti.
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