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Senza lo spread, la narrazione è stracca

Gli attacchi mediatici rafforzano la popolarità di Salvini


E' di questi giorni una nuova campagna mediatica, su presunti finanziamenti russi alla Lega, derivanti da una attività di intermediazione commerciale. Tutto è cominciato da una fotografia, dalla presenza di Gianluca Savoini alla cena offerta dal Presidente del Consiglio Conte in onore del Presidente russo Vladimir Putin, in visita ufficiale a Roma.

Chi è costui? Perché era stato invitato? Salvini dice di conoscerlo da 25 anni. Apriti cielo! Da allora, ogni giorno c'è uno scoop. L'Espresso ed il sito americano Buzzfeed danno la carica: c'è la registrazione audio di un incontro svoltosi nell'albergo Metropole di Mosca il 18 ottobre 2018; i Servizi segreti italiani che tenevano gli occhi aperti e riferiscono al Copasir, ma nulla trapela essendoci una indagine giudiziaria in corso; la Procura di Milano si attiva, preannunciando una serie lunga e complessa di verifiche; l'opposizione dà battaglia, chiede un chiarimento in sede parlamentare, ritenendo insufficiente una risposta di Salvini nell'ambito del question time; il Presidente del Consiglio Conte si dichiara invece disponibile a riferire.

E' come il Russiagate per Donald Trump: non importa tanto che ci sia qualcosa di penalmente rilevante, quanto di politicamente inopportuno. La sarabanda continuerà per mesi, se non per anni, riaffiorando a seconda delle convenienze. La Lega è scomoda, e va stoppata.

Lo spread non è più una clava utilizzabile contro il governo, almeno in questo momento: le banche centrali stanno allargando nuovamente i cordoni della borsa.

Non restano che le campagne mediatiche e la strumentalizzazione delle vicende giudiziarie. Ma le conseguenze non sono affatto quelle sperate: Salvini e la Lega crescono nei sondaggi.

Per l'opposizione, è una vera disdetta.

Gli attacchi mediatici rafforzano la popolarità di Salvini.

Senza lo spread, la narrazione è stracca ed inconcludente.
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