A dare l'allarme, prima di tutti, era stato il Fmi: a Parigi, la settimana scorsa, parlando in una Conferenza presso la Banca di Francia, la
Direttrice generale Christine Lagarde ha affermato, preoccupata, che l'Europa non è ancora pronta per la prossima crisi. Siamo al paradosso: le crisi ormai sono considerate fisiologiche, fanno parte del naturale modo di essere del sistema turbo-finanziario che abbiamo messo in piedi.
E' un assetto che si basa sugli squilibri commerciali strutturali internazionali, ed in cui gli asset sono sempre a rischio, mentre diminuisce progressivamente la capacità dei debitori di onorare i propri impegni.
Qualche bello spirito è andato avanti, chiedendo che l'
Italia adotti subito una manovra di bilancio restrittiva, volta a mantenere fermo il rapporto deficit/PIL al 2,04%: visto che il PIL (che è posto a denominatore della frazione) non crescerà neppure dell'1% come pure era stato immaginato a fine dicembre, e che ci si avvia ad una crescita zero, è inevitabile un peggioramento. Ma una manovra sarebbe pro-ciclica: peggiorerebbe la tendenza in atto.
Si strologa già sul nuovo Def per il 2020: tanto per cominciare, ci sono da trovare almeno 23 miliardi di euro per disinnescare le clausole di salvaguardia relative all'aumento dell'IVA.
Nonostante tutto, sui mercati c'è calma piatta: la speculazione non si muove, perché sarebbe travolta dagli eventi o più probabilmente stoppata dalla Bce, che rimane in silenzio. Una sua
iniziativa è già preannunciata: si tratta di una nuova L-Tro per le banche, ma si farà a settembre.
"