(Teleborsa) - La forte evoluzione degli
indici di riferimento durante il
secondo trimestre 2022 impatta in maniera chiara e incisiva il
mercato dei mutui, sia con riferimento ai
tassi di interesse di offerta, sia con rifermento alla tipologia di prodotti inseriti nel portafoglio degli istituti di credito. In questo contesto sempre più privati e famiglie stanno volgendo l’attenzione sui mutui a tasso variabile con
CAP.
Di conseguenza, il tasso fisso, dopo aver spiegato durante gli ultimi 12 mesi circa il 94% del totale delle
preferenze sul canale online, riduce il suo peso e nel corso del secondo trimestre 2022 arriva a raccogliere il 74% delle preferenze. È quanto emerge dalla
Bussola Mutui CRIF – MutuiSupermarket.it sul II Trimestre 2022 che sottolinea come l’atteso rialzo del Tasso BCE stia per avviare una nuova fase di politica monetaria – in progressiva inversione rispetto alle politiche espansive finora attuate – che avrà decisi impatti diretti sull’indice Euribor.
Gli indici di
riferimento IRS – a cui sono agganciati i tassi di interesse per i mutui a tasso fisso – sono schizzati verso l’alto nel corso del secondo trimestre dell’anno, riposizionandosi su livelli prossimi a quelli di 8 anni fa.
In particolare, l’IRS di durata 20 anni, è passato dall’1,10% medio di marzo al 2,22% medio di luglio. Tuttavia, il trend di
crescita sembra essersi temporaneamente arrestato e l’IRS 20 anni, dopo aver toccato un picco del 2,58% a fine giugno, si sta progressivamente stabilizzando attorno al 2,10%. Parallelamente l’indice
Euribor 3 mesi a luglio è tornato in territorio positivo dopo 7 anni di valori negativi. Le aspettative in area Euro di un forte rallentamento della crescita del
PIL e i timori di recessione, hanno modificato significativamente le aspettative di crescita dei tassi di interesse sul lungo periodo, generando di conseguenza un recente ripiegamento degli indici IRS per tutte le durate.
Dalle rilevazioni della Bussola Mutui, parallelamente il
tasso variabile vede aumentare il suo peso al 18% del totale e il variabile con CAP arriva a spiegare il 7% delle richieste sul canale online. Da segnalare che la crescita di interesse per il tasso variabile con CAP emerge in maniera ancor più evidente nel mese di giugno, grazie a nuove offerte particolarmente attraenti introdotte dai principali
istituti bancari. Ad oggi, nel mese corrente di luglio, il tasso variabile con CAP arriva a spiegare il 29% del totale sul canale online. Alla luce dei
forti aumenti dei tassi fissi, una parte crescente dei nuovi mutuatari valuta quindi come maggiormente conveniente l’opzione di mutuo a tasso variabile, scommettendo su un rialzo moderato dei tassi Euribor nel corso dei prossimi anni e lasciando al tempo stesso la porta aperta ad una futura surroga del proprio mutuo a tasso variabile verso nuovi mutui a tasso fisso.
L’impennata dei tassi di riferimento spinge il sistema bancario ad adeguare la propria offerta mutui. Nel mese di giugno è stata definitivamente sospesa l’offerta di
mutui giovani a tasso fisso garantiti dal
Fondo di Garanzia Prima Casa Consap. Il forte aumento degli indici IRS, iniziato a gennaio 2022, ha spinto gli istituti di credito a sospendere tale offerta in quanto i TAEG di prodotto risultavano essere oltre le soglie limite comunicate trimestralmente da Banca d’Italia, rendendo quindi antieconomica la prosecuzione di tale offerta a tassi scontati e inferiori.
Questo si rifletterà inevitabilmente sulla dinamica della
domanda di mutui, considerando che la fascia di richiedenti con età inferiore ai 36 anni nella prima metà dell’anno ha avuto un ruolo trainante sull’intero comparto, mantenendosi stabilmente al di sopra del 30% del totale. Già si rileva, però, un calo del peso degli
Under 36 da collegarsi proprio all’aumento degli indici IRS e alla conseguente sospensione dell’offerta di mutui giovani a tasso fisso garantiti dal Fondo di Garanzia Consap.
In questo scenario, nel corso del secondo trimestre dell’anno sempre più istituti hanno lanciato
nuove offerte di mutui a tasso variabile con CAP, con l’obiettivo di offrire rate più contenute ma con la
garanzia che, al crescere dei tassi, tali rate non possano superare livelli contrattualmente predefiniti.