Facebook Pixel
Milano 11:22
34.607 +0,19%
Nasdaq 4-nov
19.964 0,00%
Dow Jones 4-nov
41.795 -0,61%
Londra 11:22
8.202 +0,22%
Francoforte 11:22
19.161 +0,07%

OneDay, i manager entrano nel capitale. Poma: fondi o Borsa non previsti nel breve

Il focus è ora sulla crescita: il gruppo punta a chiudere l'esercizio 2024 con ricavi per 120 milioni di euro

Economia
OneDay, i manager entrano nel capitale. Poma: fondi o Borsa non previsti nel breve
(Teleborsa) - OneDay Group, il gruppo milanese a cui fanno capo realtà di successo come ScuolaZoo e WeRoad, ha concluso un'operazione straordinaria per la cessione del 40% delle quote del socio co-fondatore Francesco Nazari Fusetti, con parte della partecipazione che è stata acquistata dagli attuali manager di prima linea del gruppo (i cosiddetti C-level). "La nostra visione è quella di costruire un gruppo sempre più grande e pensiamo sia imprescindibile far salire al piano dell'imprenditore anche tutti i manager che si occupano di unità aziendali o di intere company, per avere un ulteriore commitment che non sia legato solo a stipendio o bonus", spiega a Teleborsa il CFO Alberto Poma, che ha curato l'operazione ed è anche equity partner di OneDay Group.

"L'azionariato di OneDay è rimasto invariato praticamente dalla costituzione della prima società, nel 2007, fino al 2019, ed era composto dai due fondatori Paolo De Nadai e Francesco Nazari Fusetti, con una piccola partecipazione di Betty Pagnin, che è la persona che ha avviato il business dei viaggi ed è arrivata un po' dopo rispetto alla fondazione, quando nel gruppo c'era solamente ScuolaZoo", racconta Poma.

La riorganizzazione era sul radar già da tempo, ma la pandemia ha complicato le cose, spiega il manager: "Siamo partiti nel 2019, concordando la riduzione della quota di Francesco Fusetti, che da qualche anno aveva smesso di essere operativo in azienda perché impegnato in altri progetti imprenditoriali, ma la pandemia ci ha imposto una pausa, perché tutte le risorse finanziarie del gruppo sono state utilizzate per superare questa fase difficile. Abbiamo ripreso le trattative all'inizio del 2023, in un contesto diverso ed economicamente più stabile per tutti, e abbiamo ora concluso con successo l'operazione".

Per realizzare l'operazione è stato costituito un veicolo finanziario ad hoc grazie al supporto di Banco Azzoaglio, banca privata e indipendente italiana, che ha supportato l'acquisto del 40% del capitale da parte degli equity partner di OneDay Group. "Abbiamo costituito il veicolo, loro ci hanno finanziato e noi abbiamo acquistato l'ultima parte di quote di Francesco, poi il veicolo è stato incorporato dentro OneDay attraverso una fusione inversa e a quel punto le quote sono state ridistribuite ai manager secondo gli accordi che avevamo preso", dice il CFO.

L'azionariato post-operazione è composto da Paolo De Nadai - che oltre a essere il fondatore è anche il presidente del gruppo - con circa il 74%, da Mattia Riva - l'amministratore delegato - con circa il 15%, da Francesco Fusetti che è rimasto al 2,5%, e dai manager della prima linea che hanno complessivamente circa il 9%. Gli equity partner sono ora 20, con un'età media di 38 anni.

Poma non esclude che in futuro possano cambiare gli assetti societari, per favorire la crescita del business, ma non vede operazioni del genere nel breve termine: "Oggi siamo arrivati a quello che è l'assetto societario-organizzativo che volevamo raggiungere in questa fase del nostro piano. Da tanti anni parliamo costantemente con fondi, banche di investimento e banche tradizionali - soggetti che sono interessati a noi e con cui noi siamo interessati a condividere i nostri piani - anche perché sappiamo che prima o poi ci potrà essere la volontà di farci finanziare i piani futuri da investitori istituzionali".

"In questo momento non è però all'ordine del giorno e dopo questa operazione societaria, che segue il fundraising di WeRoad, siamo tutti focalizzati sul business - aggiunge - WeRoad porterà avanti l'internazionalizzazione, i nostri mature business come quelli che compongono la communication platform continueranno il loro percorso di crescita significativa e ScuolaZoo punterà a consolidare i settori in cui è presente".

In altre parole, OneDay Group è ora focalizzato sulla crescita organica, dopo aver chiuso l'esercizio 2023 (terminato il 30 settembre 2023) con un fatturato di 75 milioni di euro. Il gruppo è formato da ScuolaZoo (il media brand preferito dalla GenZ), WeRoad (la più grande community di viaggiatori on the road d'Europa con età dai 25 ai 45 anni), belive (società che organizza viaggi ed esperienze per ragazzi da 18 a 25 anni), ZooCom (creative media agency del gruppo con focus sulla GenerazioneZ e i Millennials), Together (agenzia di comunicazione integrata), Glint (eCommerce Business Partner), Mambo (community di content creator in Italia che aggrega persone tra i 15 e i 40 anni), Artena (agenzia specializzata in marketing activation e organizzazione eventi).

"Nel 2024 dovremmo chiudere con 120 milioni di euro di ricavi e la crescita naturalmente è trainata da WeRoad, che sta proseguendo il processo di scale-up, ma crescerà anche la parte di communication platform, che passerà dai 15 ai 20 milioni di euro di ricavi, mentre ScuolaZoo avrà una crescita inferiore e chiuderà a circa 10 milioni di euro di ricavi - afferma Poma - La parte restante dei ricavi sarà generata dai nuovi progetti che sono in fase di startup all'interno della holding, come il progetto WAO che è quello legato al coworking e al coliving".

Così come respinge le avance di fondi e banche, OneDay si tiene per ora a distanza dalla Borsa. "Nel breve non ci pensiamo. Però sia io che Elena Giombelli, la CFO di WeRoad, siamo stati selezionati quest'anno per il programma TechShare di Euronext per capire come funziona tutto il processo di IPO - racconta il manager - La quotazione è uno strumento che conoscevamo poco e adesso conosciamo meglio, però attualmente non la vediamo come una soluzione per finanziare i nostri piani nel breve periodo".

OneDay sta comunque implementando piani come quello degli equity partner che si avvicinano più all'idea di società quotata che di semplice Srl. "Ogni anno permettiamo agli equity partner, ossia i manager C-level che hanno avuto la possibilità di entrare nell'azionariato, di poter comprare o vendere le proprie quote, così da creare un circolo virtuoso che renda liquido l'asset in cui investono, pur non essendo quotati", dice il CFO.
Condividi
```