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OneDay balza a 75 milioni di fatturato, Riva: focus su WeRoad e profittabilità

Economia
OneDay balza a 75 milioni di fatturato, Riva: focus su WeRoad e profittabilità
(Teleborsa) - OneDay Group, il gruppo milanese a cui fanno capo realtà di successo come ScuolaZoo e WeRoad, ha chiuso l'esercizio al 30 settembre 2023 con un aumento del fatturato del 60% a quota 75 milioni di euro e punta a confermare per i prossimi anni una crescita superiore al 50% con un focus deciso sulla profittabilità, anche considerando i cambiamenti degli ultimi tempi nell'intero settore del Venture Capital.

Il gruppo è stato fondato nel 2007 da Paolo De Nadai, che oggi ricopre il ruolo di Presidente, e si è arricchito negli anni di numerose "costole", nate "per gemmazione" dai vari business, arrivando oggi a essere un Business & Community Builder formato a 8 società con focus su Millennials e Gen Z.

"Il gruppo negli ultimi tre anni ha avuto una crescita veramente significativa - racconta a Teleborsa Mattia Riva, CEO ed Equity Partner di OneDay Group - Il nostro core business rimangono le esperienze per le nuove generazioni e queste nella fase post-pandemica hanno riaccelerato in modo molto significativo".

Oggi il gruppo è formato da ScuolaZoo (il media brand preferito dalla GenZ), belive (società che oorganizza viaggi ed esperienze per ragazzi da 18 a 25 anni), WeRoad (la più grande community di viaggiatori on the road d'Europa con età dai 25 ai 45 anni), ZooCom (la creative media agency del gruppo con focus sulla GenerazioneZ e i Millennials), Together (agenzia di comunicazione integrata), Glint (eCommerce Business Partner), Mambo (community di content creator in Italia che aggrega persone tra i 15 e i 40 anni), Artena (agenzia specializzata in marketing activation e organizzazione eventi).

"L'esercizio che si è appena chiuso è stato molto interessante - spiega Riva - La cosa principale su cui abbiamo lavorato è stata l'internazionalizzazione di WeRoad. Abbiamo aperto due nuove country, arrivando a cinque (Italia, Spagna, Regno Unito, Francia e Germania), lavorando anche sul portare la macchina Italia a profittabilità. Inoltre, abbiamo fatto veramente un bel lavoro su tutti i business, sia quelli che chiamiamo mature business, ovvero i business che gestiamo e che contribuiscono alla marginalità del gruppo come ScuolaZoo, sia sul gruppo di agenzie che chiamiamo Communication Platform".

Le agenzie fanno parte del processo di gemmazione di OneDay, che punta più allo sviluppo di business ancillari più che sull'acquisizione di aziende. "Queste agenzie valorizzano le audience che abbiamo sui vari business del gruppo, aiutando i grandi brand a parlare alle nuove generazioni", afferma Riva, che - tra le altre cose - ha lavorato per Bain e fondato e guidato fino alla quotazione Dalani-Westwing Italia. "Qualche test di acquisizione e di investimento negli ultimi anni l'abbiamo fatto, ma in questo momento non lo consideriamo come core, il nostro core business è far crescere il perimetro attuale e dimostrare che possiamo raggiungere size significative con i business esistenti - aggiunge il CEO - L'anno scorso abbiamo acquistato una quota di Chef in Camicia, che però è un progetto su cui abbiamo investito per il lungo periodo: ci piaceva l'idea di presidiare una industry diversa e con il founder abbiamo sentito sintonia, per questo ci siamo sentiti di supportare il progetto. Diverso è il caso dei business che nascono internamente, di cui curiamo ogni aspetto strategico e operativo e per cui sviluppiamo un senso di appartenenza molto forte. Ci piace molto di più questo tipo di approccio operativo al business rispetto all'approccio puramente finanziario da investitori".

A proposito di investitori, Riva ammette che OneDay ha attirato l'interesse di vari soggetti, dal mondo private a società specializzate nella quotazione in Borsa, ma al momento il gruppo è interamente focalizzato sulla crescita organica e nel raggiungere una dimensione maggiore: "In questo momento siamo molto focalizzati sul cercare di far crescere il business e sulla road-to-profitability come gruppo, cioè portarlo veramente a una scala importante e a dimostrare che siamo in grado di camminare con le nostre gambe. Non va dimenticato che il mercato VC è cambiato negli ultimi due anni e ora è un mercato in cui bisogna essere autonomi, cioè non bisogna dipendere più dai fondi. Poi non nascondo che le discussioni con i fondi sono sempre ongoing, quindi veniamo contattati e parliamo con diversi attori, però il nostro piano attuale è andare a profitability, rimanere focalizzati e continuare questa crescita anche nei prossimi anni".

"Di Borsa non abbiamo mai parlato - aggiunge - Sicuramente è un altro ambito su cui cerchiamo di informarci e ogni tanto veniamo contattati da società che ci dicono di vedere l'opportunità per noi. Quando avremo una buona profittabilità e avremo dimostrato che la macchina arriva a qualche centinaio di milioni di fatturato, allora ci penseremo. Inoltre, ho sempre pensato che sotto una certa size la quotazione è veramente complicata; quindi arriviamo a quella bella dimensione e poi forse ci pensiamo, adesso è lontanissima".

Questa linea di pensiero si riflette anche sull'azionariato attuale, che oltre ai vertici vede la partecipazione di manager della prima linea, mentre investitori esterni (fondi, business angel e altri founder) sono presenti solo in WeRoad e non a livello di gruppo. "Il nostro approccio nella costruzione dell'ecosistema è proprio quello di far sì che tutti si sentano parte non solo della costruzione del proprio business, ma anche della costruzione del gruppo e quindi quello che cerchiamo di fare è incentivare tutte le persone, pur lasciando loro libertà. A tutti i C-level delle singole company diamo la possibilità di poter diventare soci del gruppo. Abbiamo costruito tutto l'ecosistema quasi come se fosse una partnership di una di una grossa azienda di consulenza o di un grande studio legale, cioè stiamo cercando di costruire un gruppo di cui tutti si sentono parte".

Per quanto riguarda la crescita futura, al centro di tutto c'è WeRoad, che già oggi è la società che pesa di più all'interno del gruppo. "WeRoad ha raddoppiato anno su anno - spiega Riva - e da sola comunque cuba una fetta molto significativa, fatturando 50 milioni di euro con un ticket medio di circa 1-1.200 euro. Essere in utile con l'Italia era uno degli obiettivi di quest'anno, per mostrare la profittabilità del business, mentre l'intero gruppo WeRoad non è in utile perché stiamo finanziando l'internazionalizzazione in Europa".

Riva non esclude che il futuro di WeRoad sia anche fuori dall'Europa e con un approccio ancora non testato. "Per ora la fase di lancio in una nuova nazione l'abbiamo sempre fatta cercando di localizzare il più possibile la parte che per noi è più importante, ovvero quella community, quindi tutti i coordinatori dei viaggi li portiamo on board direttamente a livello locale e per ogni paese apriamo una pagina Instagram che possa parlare nella lingua e con il tono di voce adeguato a quella che è la cultura del paese, in modo tale da poter essere percepiti come se fossimo un brand locale". "In futuro vediamo però tanto l'opportunità di scalare a livello internazionale in modo più efficiente - aggiunge - utilizzando la lingua inglese e il cuore della nostra community che abbiamo sviluppato a livello internazionale in Europa. Vediamo cioè questo processo come meno localizzato: se dovessimo mai aprire il Perù, ad esempio, non credo che avremo una community locale in Perù".
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