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UniCredit, Barclays: rilancio cash su BPM metterebbe in dubbio deal Commerzbank

Banche, Finanza, Consensus
UniCredit, Barclays: rilancio cash su BPM metterebbe in dubbio deal Commerzbank
(Teleborsa) - Gli analisti di Barclays promuovono la mossa di UniCredit su Banco BPM da un punto di vista finanziario, ma sottolineano che il principale ostacolo per l'accordo è la mancanza di un premio rispetto al prezzo di mercato di Banco BPM e che la potenziale decisione di aumentare il prezzo offerto per Banco BPM in contanti altererebbe la fattibilità/tempistica della potenziale acquisizione di Commerzbank in Germania.

Utilizzando tutte le sinergie e gli oneri di integrazione come da informativa UniCredit, viene calcolato che il CET1 ratio 2024 dell'entità combinata sarebbe di circa il 14,7% dopo gli oneri di integrazione di 2,8 miliardi di euro in totale prima delle imposte (1,96 miliardi di euro dopo le imposte). Il ROI è di circa il 18-20%. Viene calcolato un accrescimento EPS "high single digit" quando vengono catturate tutte le sinergie, incluso il contributo di Anima agli utili di Banco BPM (nel caso in cui l'offerta pubblica di acquisto per Anima vada a buon fine e porti al controllo del 100%), il che è in linea con le guidance di UniCredit.

In merito al prezzo offerto, Barclays fa notare che UniCredit ha affermato che, essendo Banco BPM sensibile ai tassi e con una copertura NPL inferiore rispetto alla propria, il suo EPS potrebbe soffrire di più nei prossimi trimestri/anni. In altre parole, "il basso premio potrebbe riconoscere un buon valore nelle sinergie ma anche una base di partenza inferiore negli utili target", viene evidenziato.

Posto che in passato ci sono stati casi in cui gli acquirenti hanno aumentato il prezzo dell'offerta (Intesa Sanpaolo con UBI Banca, +13%), la matematica dell'accordo funzionerebbe anche con un premio più alto (ma potrebbe chiaramente ridurre il capitale in eccesso a disposizione per la potenziale acquisizione di Commerzbank).

Gli analisti scrivono che l'acquisizione di Banco BPM consente a UniCredit di ridurre significativamente il divario di quota di mercato rispetto a Intesa Sanpaolo in Italia. Oltre alla fattibilità dell'accordo da un punto di vista finanziario, l'angolazione strategica è forte, poiché i modelli di business sono coerenti e la complementarietà geografica è buona. UniCredit calcola una sovrapposizione limitata delle filiali, con il 10% delle province italiane che hanno una quota di mercato combinata di depositi/prestiti superiore ai limiti antitrust. Se l'entità combinata deve mantenere una quota di mercato massima del 20%, Barclays calcola la necessità di chiudere/ridurre solo il 5% delle filiali totali.

Considerando i rapporti ricavi/RWA e costi/RWA, UniCredit e Banco BPM "non sono significativamente diversi, quindi pensiamo che le sinergie di ricavi dovrebbero derivare principalmente da ottimizzazioni di partnership/costi di finanziamento, mentre le sinergie di costo sarebbero principalmente una razionalizzazione della sede centrale", si legge nella ricerca.
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