(Teleborsa) - La
Banca centrale svizzera (BNS) ha mantenuto
invariata la propria politica monetaria espansiva, lascia a –0,75% il tasso guida e il tasso di interesse sugli averi a vista detenuti sui suoi conti. È stata confermata "la propria
disponibilità a intervenire all'occorrenza sul mercato dei cambi per contrastare la pressione al rialzo sul franco". A inizio marzo, la valuta ha infatti violato la parità con l'euro per la prima volta dal 2015. "Nel farlo considera la situazione valutaria complessiva e il differenziale di inflazione rispetto all'estero - ha aggiunto - Il franco ha tuttora una valutazione elevata".
Secondo la banca centrale, l'invasione russa dell'Ucraina ha
accresciuto significativamente l'incertezza in tutto il mondo e in questa situazione intende continuare a garantire la stabilità dei prezzi e il sostegno all'economia svizzera. Nel suo nuovo scenario di base per l'economia svizzera la Banca nazionale si attende per quest'anno una crescita del PIL pari circa al 2,5%, più contenuta rispetto all'ultima previsione.
L'
inflazione ha continuato a salire negli ultimi mesi, attestandosi in febbraio al 2,2%. Il motivo principale di tale incremento è stato il sensibile aumento di prezzo dei
prodotti petroliferi e dei beni colpiti da difficoltà di approvvigionamento. La nuova previsione dell'istituto si colloca per il 2022 al 2,1%, per il 2023 e il 2024 allo 0,9%.
"Nel suo scenario di base per l'economia mondiale la BNS parte dal presupposto che i prezzi dell'energia rimarranno per il momento elevati, ma che
le grandi aree economiche non andranno incontro a una penuria energetica acuta - si legge nella nota della banca centrale - Ci si attende inoltre che, nonostante la guerra in Ucraina, nel complesso la ripresa della congiuntura globale proseguirà, sia pure a ritmi leggermente attenuati. Gli accresciuti prezzi delle materie prime continueranno a sospingere l'inflazione nel breve termine".