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Tari più cara al Centro-Sud. UPB: ridurre gap infrastrutture e problemi riscossione

Economia
Tari più cara al Centro-Sud. UPB: ridurre gap infrastrutture e problemi riscossione
(Teleborsa) - Gestione dei rifiuti più cara al Centro-Sud e nelle grandi città, dove emerge anche una limitata la capacità di riscossione del tributo (Tari) da parte dei Comuni. E' quanto emerge da un Focus dell'UPB - Ufficio Parlamentare di Bilancio, che analizza la riscossione della Tassa sui rifiuti (Tari), analizzando i dati della riscossione del periodo 2016-2023.

Il tributo - ricorda l'UPB - dovrebbe assicurare la copertura integrale del costo del servizio di gestione e smaltimento dei rifiuti, ma emergono alcune criticità, come ad esempio la difficoltà di riscuotere il tributo, sia attraverso versamento spontaneo dei contribuenti sia con la riscossione coattiva, con conseguenze negative sulla pianificazione degli impieghi di spesa per l’erogazione di servizi e sulla solidità dei bilanci dei Comuni.

L’analisi rileva in primo luogo che i costi del servizio di gestione dei rifiuti, e quindi la Tari, risultano più elevati nei Comuni del Sud e del Centro, con marcate differenze anche all’interno delle macro-aree. Il gap è influenzato dai maggiori costi variabili legati alle carenze impiantistiche per il trattamento e lo smaltimento e la dimensione comunale, che incide sia sui costi fissi che su quelli variabili.

Parallelamente, la capacità di riscossione dei Comuni è limitata (nonostante i miglioramenti post pandemia), con una tendenza a diminuire all’aumentare della popolazione residente. Gli incassi complessivi nel triennio 2021-23 si attestano mediamente all’85% degli importi accertati, con una marcata differenza territoriale tra Nord (94 per cento), Centro (86 per cento) e Sud (77 per cento). La riscossione degli arretrati (in conto residui)appare anche inferiore a quella in conto competenza o da adempimento spontaneo (crediti maturati nell’anno). Nel 2023 la metà degli Enti locali considerati ha riscosso in conto competenza meno del 71,4 per cento della Tari accertata, a fronte di meno del 24,3 per cento dello stock dei residui attivi.

I versamenti spontanei e la capacità di recupero dei crediti tributari della Tari tendono a diminuire all’aumentare del livello del tributo e della popolazione comunale. A parità di popolazione, la riscossione in conto competenza è più bassa nei Comuni più urbanizzati. Da segnalare che l’adempimento spontaneo aumenta con la qualità del servizio, la ricchezza dei contribuenti e la realizzazione di investimenti per migliorare la gestione amministrativa del tributo.

La riscossione degli arretrati aumenta con la capacità di recupero dei crediti delle entrate da servizi, plausibilmente perché le attività di riscossione coattiva sono di solito gestite in sinergia per tutte le tipologie di entrata. Inoltre, è tanto maggiore quanto più è elevato il costo fisso del servizio dovuto alla remunerazione del capitale che, oltre alle quote di ammortamento del capitale investito, può comprendere anche l’eventuale parte relativa alla tassa non riscossa.

Dai risultati dell’analisi dell’UPB emerge quindi che è necessario il superamento dei divari territoriali nella dotazione impiantistica delle Regioni nel Centro e nel Sud, che è tra gli degli obiettivi del PNRR, e la mancata riscossione di parte della Tari spinge i Comuni, soprattutto al Sud, ad attingere ad altre voci di bilancio per garantire la continuità del servizio, a scapito di altri. Tale compensazione finisce per ridurre la percezione della Tari come una benefit tax e ne riduce l’efficacia come strumento per incentivare la riduzione della produzione di rifiuti.

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