(Teleborsa) - Il taglione dei Governi sull’Istruzione continua a farsi sentire: a seguito dei limiti numerici minimi di iscritti, in un solo anno abbiamo assistito alla chiusura di altri
115 edifici scolastici. L’ennesima operazione di
spending review che ha portato alla soppressione di 2.600 sedi nell’ultimo decennio. Procede, dunque, l’opera di
smantellamento della
rete nazionale scolastica precedente alla nefasta riforma Tremonti-Gelmini, avviata 15 anni fa con la Legge 133/08: gli uffici scolastici non possono fare altre che adottare quei parametri.
Con oltre
100mila iscritti in meno l’anno, del resto, se non cambiano le norme, si andrà sempre peggio: solo nell’anno scolastico in corso sono 2.545 le classi soppresse. E nel frattempo crescono pure le
classi pollaio: “Tuttoscuola calcola che il numero di classi con oltre 27 alunni (da 28 a 32 e più per classe) è aumentato nell’anno che si sta chiudendo di 212 rispetto al precedente: sono state complessivamente 5.755, rispetto alle 5.543 dell’a.s. 2021-22”, con l’incremento maggiore “negli istituti della secondaria di secondo grado: ben 4.679, in particolare, nelle classi prime di questo settore”.
“Le classi sovraffollate non sono un bel viatico per chi studia e chi vi insegna – ricorda
Marcello Pacifico, presidente nazionale
Anief – , il Governo sta cercando di rispondere a questo trend con il
docente tutor e
orientatore: un’operazione che si avvale dei fondi derivanti dal
Pnrr e che ci trova sostanzialmente d’accordo. Si porta avanti, in pratica, quel processo di attenzione indispensabile verso gli studenti più in difficoltà che altrimenti rischierebbero di perdersi, soprattutto se collocati in classi numerose. Accanto a questa manovra, tuttavia, occorre assolutamente portare a 20 il numero massimo di studenti per classe. E bisogna anche abbassare il numero minimo di alunni che mantiene in vita una sede autonoma e un edificio, inteso come plesso coordinato o succursale”.
“Pensare, come sta facendo oggi il Governo, di portare ad oltre 900 gli iscritti per garantire l’
autonomia di una scuola è un’operazione che produrrà ulteriori chiusure del servizio scolastico italiano. Come pure l’idea malsana di applicare anche all’
Istruzione l’autonomia differenziata che sempre il Governo vuole portare avanti a tutti i costi, contro anche il volere – conclude Pacifico - di alcune regioni di centro-destra”.